Coach continua a pagare la transizione manageriale, l’ingresso nel total look e l’ascesa di Michael Kors come temibile concorrente. Nel primo trimestre fiscale (chiuso il 28 settembre) l’azienda di New York ha chiuso in segno negativo in termini di utili (221 milioni di dollari, -1,6) e di vendite (1,15 miliardi, -0,9) scivolando del 7,5% a Wall Street. Il mercato meno brillante è proprio quello interno, dove l’azienda ha visto una retrocessione dell’1% degli utili e di quasi il 7% nelle vendite dei negozi diretti, mentre il Giappone (dove tutti mettono sotto accusa lo yen) ha visto una decrescita del 2%. Siamo invece in terreno positivo (35%) in Cina, dove il management canta vittoria per una “costante ascesa in doppia cifra nei negozi monomarca”. Per l’ultima volta negli ultimi 18 anni, le cifre sono state presentate da Lee Frankfort, che lascerà il ruolo di amministratore delegato: “La nostra crescita è eccellente nei mercati europei emergenti, nelle linee maschili e in quelle nuove, come la calzatura”. Quest’ultimo fattore sottolineato anche da Francine Della Badia, presidente del retail in Nordamerica: “La calzatura è stata lanciata in 170 dei negozi a prezzo pieno – ha ricordato – e la sua penetrazione per singolo punto vendita è raddoppiata. Le prestazioni sono significative nel tacco, ballerina e stivali”. (pt)
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