Il caso di Sophie Hulme: colpita da una rara sindrome ereditaria chiude il suo brand 100% made in Italy

Una rara sindrome ereditaria ha costretto l’imprenditrice britannica Sophie Hulme a chiudere i battenti dell’omonimo brand. Hulme iniziò nel 2008 con l’abbigliamento, ma la linea di maggior successo è quella delle borse, avviata tre anni dopo, e che annovera clienti di rango, a cominciare da Ivanka Trump. Le borse sono prodotte in Italia con pelli italiane. Malte Griess-Nega, il ceo, sta visitando i maggiori clienti per concordare i termini della consegna delle ultime due collezioni in uscita, poiché attività e negozio londinese chiuderanno a dicembre. È stato anche avviato il processo di Members Voluntary Liquidation, la liquidazione che la legge britannica prevede per le aziende solventi. In una intervista alla stampa specializzata, l’imprenditrice e direttore creativo ha spiegato di aver preferito la chiusura alla vendita, nonostante un proficuo bilancio (oltre nove milioni di sterline nel 2018) e la forte crescita asiatica. “La mia è una condizione forzata di inabilità che mi impedisce di lavorare almeno tre giorni a settimana: la mia salute peggiora e sto trascorrendo sempre meno tempo in ufficio – ha dichiarato Hulme –: anche in un mondo dominato dall’immagine, come quello della moda, è importante parlare di malattia”. Hulme è affetta dalla rara sindrome di Kleine-Levin, che procura disturbi del sonno, combinata da quella di Ehlers-Danlos, contraddistinta da lassità dei legamenti e iperelasticità della cute. (pt)
Immagine tratta da sophiehulme.com

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