Mipel, in fiera aspettative e timori della pelletteria indipendente: mercati da esplorare e clienti da spronare

“Il mercato su cui scommettere? Quello asiatico, Corea del Sud e Giappone su tutti. In fiera abbiamo visto anche un ritorno di russi”. Riccardo Gabbana è il sales manager di Pelletteria Veneta, azienda che arriva a Mipel (la fiera degli accessori in programma a Milano fino mercoledì 19) “forte di un trend che, nell’ultimo anno, ha visto le attività per il label proprietario crescere rispetto a quelle per brand terzi”, spiega. I numeri di Assopellettieri certificano che il settore, negli ultimi 17 mesi, è cresciuto a doppia cifra. Le singole aziende vivono il frangente con parole d’ordine e strategie diversificate in base alle esigenze. “Per i brand indipendenti è un mercato paradossale – racconta Stefano Distaso di Veste, che con il designer Roberto Buono ha presentato al Mipel la seconda collezione dell’omonimo brand –. È molto grande, è possibile sfidarlo con novità concettuali perché animato da proposte ormai tradizionali, ma allo stesso tempo gli sbocchi sono chiusi dalle stesse proposte tradizionali”. Un’ulteriore sfida che si propone ai pellettieri è quella di sollecitare una domanda che si manifesta interessata, ma va invogliata a spendere: “Molti retailer non sono ancora pronti per gli ordini – testimonia Augusto Manfrin, di MAP –. Alcuni di loro hanno appena concluso gli ultimi saldi estivi e, visto il caldo, non hanno ancora iniziato l’invernale. Prima di procedere agli acquisti del prossimo estivo, aspetteranno ancora per verificare le vendite della stagione”.

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