La Norvegia contro la pelliccia: “Produzione zero entro il 2025”. 200 allevamenti a rischio chiusura

L’ultimo caso è politico e dimostra come, sull’onda di alcune scelte di marketing (come quella di Gucci e Michael Kors) la pelliccia sia tornata a essere il bersaglio non solo degli animalisti più estremi. In Norvegia, il governo conservatore prevede di vietare progressivamente la produzione di pellicce, fino ad azzerarla entro il 2025. Il premier Erna Solberg ha preso la decisione nel quadro di un accordo con il partito liberale, il quale, in cambio, gli dovrebbe garantire la maggioranza parlamentare. Un do ut des del quale faranno le spese 200 allevatori di volpi e visioni (un milione di pelli), 400 dipendenti e relative famiglie, nonché un sistema settoriale che, come spiega Guri Wormdahl, portavoce della locale associazione degli allevatori di animali da pelliccia, “rispetta tutti gli standard previsti per il benessere animale e realizza un giro d’affari annuo compreso tra i 38 e i 54 milioni di euro. Questa decisione ci sconcerta e spaventa”. La Norvegia, che un secolo fa era tra i principali produttori al mondo, oggi produce pochissimo: il 3% al mondo delle pelli di volpi e meno dell’1% di quelle di visone. “Ormai – dicono – è un business trascurabile”.

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