Calzatura e retail: il fiato corto di Londra. Troppo caldo, sterlina debole e Brexit fanno male ai consumi

Il caldo, le ferie costose causa deprezzamento sterlina, l’incertezza legata alla Brexit sono le cause che stanno frenando le vendite di calzature nel Regno Unito. Solo sneaker e online tengono botta. La testata Drapers ha interpellato alcuni rivenditori indipendenti di calzature, molti dei quali hanno attribuito le deboli vendite al clima. Secondo Paul Haslam, proprietario di Haslams of Wilmslow: “La temperatura mite ha scoraggiato la richiesta di stivali. A settembre le vendite sono diminuite di circa il 10% rispetto all’anno scorso”. Sulla stessa lunghezza d’onda Charles Clinkard, proprietario della catena omonima, cita anche Brexit: “Le persone che sono state in vacanza all’estero hanno speso tanto perché la sterlina è debole e ora risparmiano. Come negozio, stiamo comprando meno e andiamo avanti a fatica”. L’unico articolo che tiene è la sneaker (“Tutta nera per gli studenti che hanno ripreso le lezioni”) e che garantisce vendite soddisfacenti come sostengono da Triads a Middlesbrough: “Le persone vogliono marchi come Nike e Adidas in questo momento” ha dichiarato il direttore del negozio Tony Rogers. Più ottimista Marc Whitehead, proprietario di Exquisite a Lytham St Annes, nel Lancashire, secondo cui i modelli di mezza stagione, come gli ankle boots, si stanno vendendo bene. (mv)

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