Chi chiude, chi vende: da Burberry a El Corte Inglès, il retail si ripensa

Girandola di misure e contromisure da parte del retail europeo. Nel Regno Unito ci pensa Burberry ad aprire le danze: la maison ha annunciato la chiusura di 38 punti vendita non strategici per la visione a lungo termine. Allo stesso tempo i negozi più redditizi saranno trasformati in destinazione di lusso, mentre saranno aperti 30 pop-up nel mondo. In Germania, intanto, Schuhpark Fascies può avviare la ristrutturazione: i creditori hanno accettato il piano di riorganizzazione presentato al tribunale distrettuale competente di Münster. Il piano, dunque, consente di salvare 750 posti di lavoro e la catena, in amministrazione controllata, sopravvive.
E Bree?
Non sempre certe parabole conoscono il lieto fine. Mercoledì il produttore di borse Bree ha richiesto al tribunale di Amburgo l’apertura della procedura di “insolvenza in autoamministrazione”, una procedura simile all’amministrazione controllata. L’anno scorso, Bree aveva trasferito la sede della società da Hannover ad Amburgo, tagliando il numero dei dipendenti (ne sono rimasti circa 200) e puntando sulle vendite online, che però hanno generato solo il 5% del fatturato. Ora il marchio è alla ricerca di un “forte investitore di fama internazionale del settore”. Chi ha già mollato, in Belgio, è il negozio di calzature di lusso uomo e donna Coccodrillo, aperto da 36 anni ad Anversa. Secondo i proprietari, la “cultura dello sconto” e promozioni aggressive durante tutto l’anno hanno penalizzato la loro redditività.
Svendite spagnole
Non va meglio in Spagna, dove i grandi magazzini El Cort Inglés hanno messo in vendita 96 immobili per un valore di 1,5 miliardi di euro. Dal 23 maggio si possono inviare le offerte di acquisto. Obiettivo della vendita è incassare per ridurre l’esposizione bancaria. (mv)

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