Cina, l’online cresce, ma il revenge spending non è un granché

Cina, l'online cresce, ma il revenge spending non è un granché

La notizia positiva è che nella Repubblica Popolare le vendite del canale online crescono. Quella negativa, però, è che non c’è troppo da fare affidamento sulla sete di shopping dei cinesi: il revenge spending non è un granché. Ancora sotto la sferza del Coronavirus, l’industria del lusso guarda con speranza verso Oriente, dove il mercato è attivo. Ma i segnali non sono univoci. Per il ritorno alla normalità, ci vorrà tempo.

Bene l’online

Secondo l’Ufficio Nazionale di Statistica cinese, le vendite online nel 2020 risultano in crescita del 5,9 per cento: valgono il 23,6 per cento del giro d’affari della distribuzione. Gli effetti si vedono anche nel settore della moda. Come batte l’agenzia ANSA, il centro Haining di Pelletteria a Hangzhou (provincia dello Zhejiang) ha conosciuto un aumento significativo degli ordini online. Dal 2018 il mall ha unito le forze con i canali di Alibaba, intuendone la potenzialità di crescita. Ora che la distribuzione fisica è in rallentamento a causa dell’epidemia di Covid-19, “fino all’80 per cento degli imprenditori vende prodotti tramite dirette streaming – raccontano – e gli articoli venduti spesso si accumulano sul pavimento per le consegne giornaliere”.

Il revenge spending non è un granché

Non c’è, però, da farsi troppe illusioni. Lo spiega Filippo Fasulo, direttore del Centro Studi per l’Impresa della Fondazione Italia-Cina, a L’Economia (Corriere della Sera). Osservando i dati della distribuzione nel primo trimestre dell’anno, nota che mentre molti settori hanno conosciuto cali a doppia cifra (dall’auto all’abbigliamento, passando per l’arredo), solo food & beverage è cresciuto. “Anche a Pechino in tempo di pandemia i consumatori si sono preoccupati soprattutto di assicurarsi beni primari – chiosa –, rimandando a un secondo momento l’acquisto di prodotti di lusso”. E il cosiddetto shopping per vendetta, quella tanto auspicata corsa all’acquisto dei cinesi per mettersi psicologicamente alle spalle il peggio? “Le aspettative di un ritorno alla normalità e al recupero dei fatturati grazie al cosiddetto revenge spending – risponde – andranno deluse”. Ma, secondo Fasulo, è sempre ad Oriente che devono guardare gli operatori, perché è da lì che riparte il mercato: “La maggior parte degli istituti di ricerca rivela come siano proprio i consumatori cinesi – conclude – i più ottimisti a livello globale sulla ripresa”.

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