Confcommercio: 84.000 negozi persi in 10 anni, moda -18,9%  

Confcommercio: 84.000 negozi persi in 10 anni, moda -18,9%  

Sono 4.400 i negozi che hanno abbassato le serrande per sempre nei 2 anni di pandemia. Negli ultimi 9 anni (dal 2012 al 2021), il commercio al dettaglio ha perso 84.500 esercizi commerciali, ovvero il 15,3%. Quasi 100.000 se consideriamo anche gli ambulanti. Sono i dati salienti estrapolati dalla settima edizione dello studio Città e Demografia di Impresa condotto da Confcommercio. Nei centri storici delle città prese in esame, sempre nel periodo 2012-2021, i negozi di abbigliamento e calzature si sono ridotti del 18,9%.

Sotto i livelli del 1999

“Numeri che potrebbero essere peggiori immaginando un quadro più ampio, completo e in tempo reale dei dati” avvertono da Confcommercio. Secondo lo studio, al 31 dicembre del 2021 erano attivi quasi 922.000 esercizi commerciali di cui 467.000 negozi, 84.000 ambulanti e 371.000 attività recettive come bar, alberghi e ristoranti. “Oggi i consumi in termini reali sono sotto i livelli del 1999”, spiega il direttore dell’Ufficio Studi Confcommercio Mariano Bella (fonte Il Sole 24 ore).

 

 

Fisico vs virtuale

Oltre alla stagnazione dei consumi, il secondo fattore che porta allo stop degli esercizi commerciali si inserisce nel “naturale processo di ricerca di efficienza della distribuzione commerciale (omnicanalità, economie di scala, produttività). Infine, c’è l’alta competizione tra negozio fisico e virtuale, con l’aumento delle vendite online.

Mercato interno addio

Se tutto ciò ci dà contezza del fenomeno, la stagnazione del mercato domestico, che ormai dura da oltre un decennio, è purtroppo nota e ben evidenziata nei report periodici di Assocalzaturifici e Assopellettieri. Lo sviluppo delle aziende dei due settori moda è demandato solo all’incremento della loro capacità di vendere all’estero. Sono ben poche le realtà che crescono grazie al mercato italiano, soprattutto se guardiamo al posizionamento dei prodotti. Più sale e più c’è una propensione all’export. Così, lo slogan “comprare meno, comprare bene, comprare italiano” si scontra con la dura realtà della capacità di spesa delle famiglie. (mv)

Foto Imagoeconomica.

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