Il ritorno dei ricchi turisti fa ripartire lo shopping di lusso nelle grandi città. Ma non basta perché il retail italiano possa dire superata la crisi. Preoccupano il calo dei consumi dovuto alla ridotta capacità di spesa degli italiani. Per il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli “la ripresa è tutta da costruire”.
Il ritorno dei ricchi turisti
Nel primo trimestre 2022 l’osservatorio Global Blue, società leader nel settore del Tax Free Shopping, registra un trend positivo degli arrivi in Italia di cittadini extra-UE. Un trend proseguito nel nuovo anno fino a Pasqua. Milano, neanche a dirlo, è la meta preferita per lo shopping. Nel secondo semestre 2021, riporta Fashion Magazine, lo scontrino medio nel quadrilatero è di 2.054 euro, il doppio dello scontrino in centro città. Chi sono i top spender? Non ci sono più i russi e i cinesi, per ovvie ragioni, bensì gli arabi, seguiti da americani, svizzeri e gli emergenti britannici e israeliani. Cosa comprano? Meno gioielli e più abbigliamento, borse e scarpe.
Non basta per parlare di ripresa
Ma la spesa dei turisti non arriva in tutte le città e non riguarda i registratori di cassa di tutti i negozi. Confcommercio traccia uno scenario italiano tutt’altro che incoraggiante. Oltre una famiglia su quattro si aspetta una riduzione del proprio reddito e prevede quindi di diminuire gli acquisti. Tra le cause che frenano i consumi, la più gettonata è l’aumento delle bollette di gas ed energia elettrica, ma anche il timore di dover sopportare spese impreviste e l’incertezza sul futuro determinata dalla guerra. “La ripresa è tutta da costruire” ha commentato su ItaliaOggi Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio. (mv)
Shopping a Roma (archivio Shutterstock)
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