MonteNapoleone: “Assembramento in negozio non c’è: fateci aprire”

MonteNapoleone: “Assembramento in negozio non c'è: fateci aprire”

L’associazione MonteNapoleone District al governo l’ha già fatto presente. Il retail di lusso incorpora per certi versi i codici del social distancing. A un certo livello del mercato, insomma, assembramento in negozio non c’è: “Le boutique di lusso non sono mai prese d’assalto – parafrasa Il Sole 24 Ore –: il distanziamento avviene in modo quasi naturale”. La rassicurazione non è bastata, però, perché il Quadrilatero della Moda fosse esentato dalle restrizioni dell’ultimo DPCM.

Assembramento in negozio non c’è

Non siamo stati ascoltati – confessa Guglielmo Miani, presidente dell’associazione nonché CEO di Larusmiani, al Sole – e ora spero almeno che davvero il 3 dicembre si possa riaprire”. Le boutique di Milano non trascurano certo la delicatezza del momento: va evitata la propagazione del coronavirus. “Come associazione, stiamo pensando a iniziative speciali per incentivare lo shopping in orari meno affollati, come dalle 10 alle 13 – continua –. Ma credo che tutti abbiamo voglia di tornare al rito dello shopping fisico. Uscire di casa per andare in un negozio, senza necessariamente uscire carichi di pacchi, è un aspetto della socialità che non possiamo pensare di eliminare”.

 

 

L’effetto della pandemia

L’effetto della pandemia, intanto, si è già ripercosso sulle attività delle boutique. “Durante il primo lockdown molte vetrine della via erano state disallestite – ricorda Miani –. In questo secondo lockdown non è successo. Anzi, chi passeggia per il Quadrilatero viene colpito dallo sforzo creativo di tutti i marchi”. C’entra l’integrazione delle strategie in chiave omnicanale. “Le vetrine servono anche a pubblicizzare i servizi di vendita da remoto – continua –. La definizione di e-commerce ormai è riduttiva. I clienti sono chiamati e possono fare shopping tour virtuali grazie ai programmi che siamo abituati a usare anche per lavorare. Dal click and collect si è passati al call and collect: almeno ci si parla. Alcuni brand mandano a casa più capi da provare, con sanificazione assicurata e consegne contactless. Abbiamo fatto di necessità virtù, ma l’alta gamma ha bisogno dell’esperienza fisica”.

Nella foto Imagoeconomica: Milano, via Montenapoleone lo scorso 22 ottobre

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