Non sempre il web è vincente: il fai-da-te online di Shoes of Prey è a un passo dal tracollo

Vendere online scarpe personalizzate e su misura è, oggi, garanzia di successo? Spesso sì. A volte no. Shoes of Prey è un caso (inatteso) di come possa rivelarsi un’illusione. L’azienda australiana specializzata in calzature custom made (che il cliente, praticamente, “creava da sé”) potrebbe essere sull’orlo della chiusura. Caratterizzato dalla manifattura cinese (ma fino a pochi mesi fa annunciava di essere in cerca di partner italiani), dal parziale utilizzo di pellami made in Italy e dall’aver rastrellato premi per “la visione d’impresa” (l’ultimo l’ha ricevuto il ceo Jodie Fox negli USA: il Woman in Footwear Industry Awards), Shoes of Prey ha fermato l’attività, comunicandolo direttamente dal proprio sito web. Il maggiore investitore Blue Sky Alternative Investments ha dichiarato che la decisione di interrompere l’assunzione di nuovi ordini è stata presa per proteggere le attività di Shoes of Prey ed evitare di aumentare il passivo. La società valuterà “tutte le opzioni”, ma “è chiaro che ha bisogno di un intervento esterno di capitale”. Sono previsti tagli di posti di lavoro. L’azienda è stata fondata nel 2009 da Jodie Fox insieme a Michael Fox e Mike Knapp. Dal 2015 la sede era stata trasferita a Los Angeles. Le difficoltà finanziarie erano emerse nel marzo scorso quando l’impresa ha cercato finanziamenti per 3 milioni di dollari. (mv)

CONTENUTI PREMIUM

Scegli uno dei nostri piani di abbonamento

Vuoi ricevere la nostra newsletter?
iscriviti adesso
×