Retail che si salva (a Londra), retail che soffre (in Germania): i casi Jones Bootmaker, Roeckl e Leiser

Un gruppo si salva (in Inghilterra) ma due retailer entrano in crisi (in Germania). A Londra, l’insegna Jones Bootmaker è stata acquisita dal gruppo di private equity Endless per il controvalore di 12,7 milioni di euro. Jones Bootmaker, fondato nel 1857, vende calzature da uomo e donna private label e modelli di altri marchi di fascia alta attraverso una rete composta da 72 negozi (840 i dipendenti). Endless non è nuovo al business calzaturiero, avendo gestito in passato Black International, uno dei più grandi distributori di scarpe del Regno Unito. La stampa britannica, però, si divide sul futuro di negozi e dipendenti. Per alcuni Endless manterrà i punti vendita e la forza lavoro, per altri invece chiuderà 25 negozi e taglierà 262 posti di lavoro. Quest’ultima sembra l’ipotesi più plausibile, avallata anche da KPMG, la società che aveva assunto l’amministrazione del retailer. In Germania, invece, due retailer rischiano il tracollo. Roeckl Handschuhe & Accessoires GmbH & Co ha presentato istanza di fallimento il 21 marzo scorso. Sette punti vendita su 22 saranno chiusi e 45 dei 200 dipendenti saranno licenziati. Anche il gruppo Leiser (80 negozi) si è rivolto al Tribunale di Augusta per dichiarare la propria crisi. Già nel 2012 Leiser aveva chiuso 34 insegne. (mv)

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