Rublo debole, cinesi lontani: per il tax free shopping il 2018 è un anno difficile. L’Italia? Forse bene, anzi no

Le certezze sono poche. La prima è che il 2018 per lo shopping turistico europeo è un anno mediocre: mettici l’euro forte, mettici il rublo debole, mettici le tensioni internazionali, il risultato è che di viaggiatori pronti a fare compere nel Vecchio Continente se ne sono visti di meno. La seconda è che, dopo anni di flessione, è invece cresciuto lo shopping tax free in Francia: ma il rimbalzo positivo transalpino, bisogna dirlo, è più facile proprio perché arriva dopo anni di risultati in area negativa. Sulle sorti dell’Italia, infine, gli analisti si dividono: c’è chi dice che condivide il destino negativo europeo, chi al contrario sostiene che è in progressione. È l’affresco che deriva dalle indagini sugli acquisti compiute in Europa da turisti di provenienza extra-continentale. Secondo il report “Tax Free Landscape”, presentato da Global Blue a Milano durante l’Osservatorio Altagamma, nel 2018 il giro d’affari ha perso il 6% rispetto al 2017, facendo comunque meglio del 2016. I turisti cinesi rimangono la prima quota di mercato: il fatto che stacchino scontrini mediamente più alti compensa parzialmente il calo delle transazioni (-9%). Secondo Global Blue nell’ultimo anno i clienti della Repubblica Popolare hanno preferito fare compere durante viaggi a corto raggio: facendo la fortuna del Giappone, ad esempio. “Tradiscono”, si fa per dire, anche statunitensi (-2%) e russi (-17%). Come se la sono cavata i singoli Paesi? La Francia cresce (+1%), mentre perdono Regno Unito (-8%), Germania (-13%) e Italia (-8%). Proprio le valutazioni sullo Stivale segnano la distanza tra l’indagine di Global Blue e “International shoppers: facts, figures, insights”, analisi presentata da Planet durante il 23° Pambianco Fashion & Luxury Market. Planet condivide come il 2018 non abbia arriso al business delle vendite tax free: gli acquisti sono calati del 2%, così come il valore dello scontrino medio. Il giro d’affari del retail italiano, però, è cresciuto del 6%, mentre il prezzo medio all’acquisto ha segnato il +3%. Non solo: in prospettiva il Belpaese intravede un 2019 altrettanto roseo, dove gli arrivi (+3,8%) saranno superiore alla media europea (+2,8%), con simmetriche proiezioni di crescita delle vendite.

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