L’onestà del designer green: la pelle è eco, le alternative no

L'onestà del designer green: la pelle è eco, le alternative no

Jérôme Dreyfuss ci tiene a presentarsi così: lui è un designer green, uno abituato, sin dall’infanzia (complice l’esperienza tra gli scout), a preoccuparsi della tutela dell’ambiente. Proprio per questo, però, si trova quasi a dover giustificare, ogni volta che parla con la stampa, la sua predilezione per la pelle. Già, perché lo stilista francese per le sue collezioni di accessori impiega il caro vecchio derma animale. E anche Sette, il magazine del Corriere della Sera, non risparmia la domanda: “Come fa una produzione di pelletteria a essere ecologista? Non è una contraddizione in termini?”.

Designer green

Per Dreyfuss, dal ’98 professionista della moda e dal 2002 titolare del brand omonimo, la risposta è nella trasparenza. Bisogna “essere onesti” con il pubblico su che cosa è sostenibile davvero e cosa no. “Tutte le pelli vengono dall’industria agro-alimentare – spiega –: animali uccisi per la carne. Ogni anno sul pianeta ci sono 17 milioni di chilometri quadrati di pelle scartata. Che facciamo: la gettiamo o la recuperiamo?”. Dreyfuss non si accontenta. Da designer responsabile, ora invoca l’impegno per “controllare come sono allevati gli animali”, per spingere gli allevatori a crescerli all’aria aperta, con cibo sano, senza antibiotici. Non utilizzare che animali in buona salute”. Insomma, risalire la filiera con la stessa richiesta di qualità.

E le alternative?

Dreyfuss è una vecchia conoscenza per i lettori de La Conceria. Già in autunno vi abbiamo raccontato la sua esposizione pubblica in difesa della pelle, cioè del “simbolo del rapporto con il mondo e il creato”. D’altronde proprio in autunno il designer, interrogato da Le Figaro, lanciava l’appello: “Smettiamola di demonizzare la pelle”. La redazione di Sette gli chiede se ha mai pensato di sostituire la pelle con le alternative proposte sul mercato. “Certo, l’abbiamo valutato – risponde –. Tele di cotone plastificato? Non sono ecologiche. Cuoi (l’espressione non è in linea con quanto prescritto dal Decreto Pelle, ndr) ricavati da fughi, ananas, cactus… è una base vegetale, ma ricoperta di cosa? Poliuretano: cioè petrolio. Così si salva il pianeta?”.

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