Nike non caschi nel video veg sui canguri (e neanche voi)

Nike non caschi nel video veg sui canguri (e neanche voi)

Il video, bisogna riconoscerlo, è efficace. Il viaggio a ritroso nel tempo dal pallone calciato nella porta di uno stadio onirico ai canguri che si fanno gli affari loro nell’outback australiano è suggestivo. Ma è propaganda. E, proprio perché sostenuto da retorica propagandistica, ci auguriamo che Nike non caschi nel tranello. Gli autori della clip (da cui sono tratte le immgini nella foto) suggeriscono che i canguri siano abbattuti affinché la loro pelle possa essere trasformata in materiale per tomaie. Né più né meno di una bugia.

Nike non caschi

Il video è promosso da Center for Humane Economy, sigla che, come suggerisce il nome, si propone quale centro di studi per l’economia sostenibile, con Animal Wellness Action. Il micrometraggio ha un titolo più politico (“I canguri non sono scarpe”) e un claim che chiama in causa il suo destinatario: “Mentre Nike fa profitti, i canguri muoiono”. Già, perché è questa la tesi del film, ultimo capitolo di una campagna che chiede ai grandi brand dello sportswear di rinunciare alla pelle di canguro: i marsupiali dell’Australia sono soppressi per l’industria calzaturiera. “Ogni anno due milioni di canguri sono macellati – si legge nel video – per fare scarpe”.

Propaganda

Una bugia, dicevamo. Così come è una mistificazione sostenere, come fanno gli autori del video, che mentre “gli USA proteggono l’aquila reale e la Cina i panda, il governo australiano sovvenziona la caccia al canguro per le industrie della carne e della pelle”. Canberra, questa è la verità, consente la caccia a solo 4 specie di canguro su 48: quelle che non sono né a rischio estinzione né sotto la convenzione CITES. Lo fa per ragioni di controllo della popolazione e di equilibrio dell’habitat australiano. Al punto che l’attività venatoria, regolata dall’Environment Protection and Biodiversity Conservation Act del 1999, lega (con criteri scientifici) il calcolo annuale della quota di capi che è possibile cacciare (solitamente sotto il 20%) alle fluttuazioni della popolazione complessiva. Ve lo abbiamo già raccontato su La Conceria: in Australia vige un Codice che disciplina anche gli standard di condotta in fase di abbattimento dei capi.

Dunque?

Come spesso capita, gli attivisti vegani sono fuori strada. Contrariamente a quanto sostengono, i canguri non sono abbattuti perché serve pelle per fabbricare scarpe. Quindi, seppure Nike si convincesse a non usare più pelle di canguro, la mossa non sposterebbe di una virgola la politica australiana di gestione della fauna e dell’ambiente. Che andrebbe avanti per la sua strada non per assecondare le richieste del calzaturiero, ma per tutelare gli equilibri ambientali del Paese. Ci rendiamo conto, noi de La Conceria, che questo discorso in una clip a effetto non c’entra e che, oltretutto, non sono informazioni funzionali alla propaganda veg. Ma è la verità.

 

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