Russo di Casandrino: RESCUE investe nel recupero del collagene

Russo di Casandrino: RESCUE investe nel recupero del collagene

Recupero del collagene, design digitale, circolarità nella circolarità e nuovi modelli di business: sono questi i temi che hanno animato l’evento di oggi alla conceria Russo di Casandrino. Nell’ambito di MICS – Made in Italy Circolare e Sostenibile, il partenariato esteso finanziato dal MUR con fondi PNRR, è stato presentato il più grande investimento mai dedicato in Italia alla ricerca sull’economia circolare: oltre 125 milioni di euro e 14 partner privati coinvolti in un progetto che intreccia università e industria, Nord e Sud, innovazione e sostenibilità. Un laboratorio concreto, capace di ridisegnare processi produttivi e geografie industriali, con la pelle come materiale simbolo di questa transizione. Al centro del progetto, il recupero del collagene dagli scarti di lavorazione della concia. Ecco di cosa parla RESCUE.

Una nuova geografia industriale

Al centro della discussione, la pelle come sistema circolare e l’estrazione del collagene dagli scarti solidi dell’industria, che diventano risorsa per il futuro. Non più soltanto simbolo di tradizione artigianale, quindi, ma materia viva di sperimentazione tecnologica e di riflessione. Un progetto, quello esposto oggi alla conceria Russo di Casandrino, che parte dall’idea di residuo delle pelli wet-blue e wet-white, che costituiscono una fonte particolarmente ricca di collagene, estratto mediante l’applicazione di enzimi specifici e reimpiegato poi nella lavorazione della filiera manifatturiera. Dal processo di riconcia fino a quello di rifinizione estetica delle pelli. L’estrazione e il riuso del filler, tra l’altro, rappresentano una soluzione alle classiche resine acriliche e poliuretaniche. Oltre al vantaggio di utilizzare attrezzature già presenti nelle concerie e senza dover investire in nuove infrastrutture.

 

 

Una sinergia costante

In apertura di giornata Marco Monaco di Russo di Casandrino ha messo l’accento sulla necessità di unire know how, innovazione e sostenibilità all’interno dei processi d concia. “Il progetto RESCUE è stato finalizzato alla validazione, a livello industriale, dei processi enzimatici di recupero degli scarti solidi dell’industria conciaria e al loro riutilizzo. La necessità di adottare processi biotecnologici nel caso dell’industria conciaria si rivela anche un fattore di vantaggio economico, grazie al recupero dai rifiuti solidi, altrimenti smaltiti, e alla loro trasformazione in un nuovo reagente. Il progetto si è concluso con la messa in funzione, presso l’azienda Russo di Casandrino, di un prototipo industriale per l’estrazione di collagene di alta qualità”, ha sottolineato Giovanni Sannia, Presidente di Biopox, uno dei quattro partner dell’iniziativa di ricerca RESCUE insieme proprio a Russo di Casandrino, all’Università degli Studi del Sannio e a Compolab.  Sostenibilità, quindi, come chiave del Made in Italy. Per continuare a crescere nel mito.

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