Sulle pelli esotiche Burberry si schiera dalla parte sbagliata

Sulle pelli esotiche Burberry si schiera dalla parte sbagliata

La foto è già, a modo suo, parte della notizia. Perché scorrendo il catalogo di Burberry in cerca di accessori in pelli esotiche, non è che salti fuori molta roba. Anzi, la stessa borsa pocket che abbiamo eletto a immagine non è neanche in pitone, ma è in vitello stampato pitone. E questo ci racconta una parte di verità: con il suo solenne bando alla categoria delle “exotic skins”, Burberry da un punto di vista industriale non compie una grande rinuncia. La cosa ci consola poco. Perché come abbiamo scritto di recente a proposito di un’analisi di BoF, sulle pelli esotiche si combatte una vera e propria “battaglia di civiltà”. Lo stop di Burberry da un punto di vista mediatico, allora, è un grandissimo assist alla fanfara vegana. La stessa che, dopo aver criminalizzato presso il grande pubblico la pelliccia, vorrebbe eliminare tutti i materiali di origine animale dalla moda.

 

 

Il bando di Burberry

L’annuncio, in sé, è stato semplice. Come racconta Vogue, il nuovo CEO Jonathan Akeroyd, illustrando i numeri del gruppo, ha recitato l’addio alle exotic skins. Per quanto la mossa non preluda, precisa subito la stampa di settore, al bando di tutte le pelli, gli ambienti vegani, PETA in primis, esultano e propagandano la scelta di Burberry come una propria vittoria. Non solo: ne approfittano per auspicare che anche altri big seguano la stessa strada. Fin qui, possiamo dire che la prospettiva sembra remota, perché grandi sodalizi come Kering, Hermès e LVMH, a differenza di Burberry, nella filiera dell’esotico hanno investimenti diretti che garantiscono forniture e qualità delle forniture.

Che cosa c’è in ballo

Come spiegano scienziati e addetti ai lavori, è possibile coniugare conservazione delle specie animali, nonché salvaguardia dell’ambiente e delle comunità locali, all’uso delle pelli esotiche nella moda. Per questo i big non vi rinunceranno solo per raccogliere il facile consenso dell’area veg. Eppure non ci possiamo dire sereni. Perché è evidente che, da quando Chanel nel 2018 ha annunciato il suo addio alle exotic skins, è partito un effetto domino simile, per quanto più piccolo e lento, a quello scatenato nel 2016 da Gucci sulla pelliccia. È in corso una battaglia di civiltà: Burberry, favorendo uno smottamento comunicativo a favore dei veg, si è schierata dalla parte sbagliata.

Leggi anche:

CONTENUTI PREMIUM

Scegli uno dei nostri piani di abbonamento

Vuoi ricevere la nostra newsletter?
iscriviti adesso
×