“L’EUDR va corretto”. Diciotto ministri dell’Agricoltura dei Paesi UE (su 27 Paesi membri) hanno inviato una lettera alla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen per chiedere una rapida semplificazione del Regolamento anti-deforestazione (EUDR). Secondo i firmatari (Italia, Austria, Bulgaria, Croazia, Rep. Ceca, Estonia, Finlandia, Ungheria, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia e Svezia) le attuali disposizioni sono sproporzionate rispetto all’obiettivo dichiarato di contrastare la deforestazione e mettono a rischio la competitività di interi comparti, inclusi lo zootecnico e il conciario.
“L’EUDR va corretto”
Il tema della modifica dell’EUDR era già stato posto da Antonio Tajani, vice-presidente del Consiglio dei Ministri e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), che ha chiesto l’esclusione della pelle bovina dal regolamento o una sua profonda semplificazione, recependo le istanze avanzate da UNIC – Concerie Italiane e dalle rappresentanze locali del distretto conciario. In una lettera indirizzata a von der Leyen e al commissario al Commercio Šefčovič, il ministro Tajani aveva definito “una questione esistenziale” l’esclusione della pelle bovina dall’EUDR. Il comparto conciario italiano occupa oltre 17.000 addetti e rappresenta circa il 65% del settore europeo. La lettera segue l’incontro del 16 giugno tra Tajani, i vertici di UNIC e le amministrazioni locali, durante il quale sono stati esposti i rischi che l’EUDR rappresenta per il futuro dell’industria conciaria.
L’impegno di UNIC
Il tema è stato centrale anche nell’assemblea generale di UNIC del 1° luglio. “Negli ultimi quattro anni – ha dichiarato il presidente Fabrizio Nuti – le nostre energie sono state concentrate sul contrasto a questo regolamento. Senza esclusione della pelle bovina, o senza una sostanziale semplificazione, l’EUDR avrà effetti devastanti”. Dal 2021 UNIC ha portato avanti un’attività costante: lettere a Bruxelles, incontri con europarlamentari, interrogazioni, seminari e studi legali incaricati. Il 3 giugno è stato presentato al Parlamento europeo lo studio della Scuola Superiore Sant’Anna che dimostra come la pelle non sia driver di deforestazione. E solo pochi giorni dopo, il 16 giugno, Tajani ha recepito la richiesta scrivendo alla Commissione europea.
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