Chi c’è in Aura, il consorzio di LVMH per la blockchain di lusso

Chi c’è in Aura, il consorzio di LVMH per la blockchain di lusso

LVMH, Richemont e Prada formano Aura Blockchain Consortium. I player si alleano così per un’unica soluzione blockchain di lusso. Il Consorzio è aperto a tutti i prodotti di lusso e a tutti i marchi del settore. Kering starebbe valutando l’ingresso. Una “collaborazione senza precedenti” per aiutare i consumatori a tracciare la provenienza e l’autenticità dei beni di lusso.

Blockchain di lusso

LVMH ha avviato Aura nel 2019. Bulgari, Cartier, Hublot, Louis Vuitton e Prada sono già nella piattaforma. Questa darà ai consumatori l’accesso diretto alla storia del prodotto, al certificato di proprietà, alla garanzia e a un libretto di manutenzione. Secondo il comunicato congiunto, il consorzio è in discussioni “avanzate” con diversi marchi indipendenti e “marchi all’interno dei gruppi fondatori”. Toni Belloni, direttore generale del gruppo LVMH, ha rivelato a WWD che tra questi c’è anche il gruppo Kering. Aura, che opererà da Ginevra, è stata sviluppata in collaborazione con Microsoft e ConsenSys, società di tecnologia software blockchain con sede a New York. Nel comunicato congiunto si sottolinea come “i marchi di lusso hanno una storia unica da raccontare sulla qualità dei loro materiali, l’artigianato e la creatività” e che la blockchain avrebbe “aumentato la fiducia dei clienti nelle pratiche sostenibili dei marchi e nell’approvvigionamento dei prodotti”.

 

 

Il primo è Louis Vuitton

Louis Vuitton è stato il primo a sfruttare la piattaforma Aura e ha già emesso un numero “molto significativo” di certificati, ha detto Belloni. Per i commercianti, la blockchain offre anche un’arma contro i contraffattori e la distribuzione sul mercato grigio (i daigou cinesi), perché fa chiarezza sulla storia di ogni articolo. Non solo: anche sulla sua sostenibilità e sulla filiera che c’è alle sue spalle. La blockchain è fondamentale anche per il mercato del second hand.

Prada è propositiva

Lorenzo Bertelli, capo del marketing e della responsabilità sociale d’impresa del Gruppo Prada, ha detto che i tag RFID verranno applicati a “milioni” di prodotti già nei negozi. I consumatori potranno registrare i loro prodotto in modo retroattivo non appena la app dedicata sarà attiva. Bertelli ha rimarcato il valore dell’alleanza tra griffe del lusso: “Vedo un sacco di potenziale per la collaborazione con i principali attori del settore. Non pongo limiti. È qualcosa che non è mai successo prima”. (mv)

 

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