Concia e scarti agroalimentari: al PoTeCo di Santa Croce il progetto Coconat. “Primi risultati? Soddisfacenti”

“Riportare l’uomo alle sue origini, quelle del riciclo e quindi all’utilizzo delle materie che la natura offre nel segno della massima sostenibilità ambientale”. Questo il punto di partenza da cui è nato il progetto di ricerca Coconat, attivo presso il Polo Tecnologico Conciario di Santa Croce sull’Arno, come spiegato dal direttore Domenico Castiello. La sperimentazione consiste nell’uso di scarti alimentari per realizzare coloranti e valorizzare l’ecocompatibilità del processo conciario. “Tutto è nato guardando al passato, prendendo spunto da quello che facevano gli egizi e i romani – continua Castiello -. Tornare a estrarre coloranti dai prodotti naturali e sfruttare quindi le risorse sottraendole allo smaltimento”. Residui di pomodori, cipolle, olive e melograni diventano concianti innovativi ed ecologici a base di polifenoli estratti da matrici di scarto dell’industria agroalimentare (conserviera e ortofrutticola). La ricerca è ancora in fase di studio, ma i risultati sono già interessanti: riduzione di più del 50% del costo di concianti e coloranti, di circa il 20% dei costi di smaltimento da parte dell’azienda conciaria, di circa il 30% del quantitativo dei fanghi da depurare. Coconat è promosso nell’ambito del Programma Operativo Regionale Toscana Fesr 2014-2020/ Bando Progetti Strategici Ricerca e Sviluppo. Tra i partner: Conceria Lufran (capofila), Italven Conceria, KLF Tecnokimica, TECNO, UNIPI (Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale), Consorzio Polo Tecnologico Magona ed Everest. Il progetto ora passerà alla fase semi-industriale per accertarsi dei risultati sulle performance del prodotto finito, finora molto soddisfacenti.

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