La conceria brasiliana fa i conti dopo un semestre di scandali: cresce l’export, ma cala il fatturato

I veri problemi sono venuti dalla svalutazione del real. Malgrado nel 2017 l’industria brasiliana sia stata colpita prima da Carne Fraca, scandalo che riguarda l’intera filiera della carne, e poi da Lava Jato, caso politico-giudiziario che invece riguarda JBS (multinazionale che, tramite la divisione Couros, si occupa anche di attività conciarie), l’andamento dell’export di pelli è stato di complessiva e progressiva crescita, se si tiene conto dei volumi. In quantità, le esportazioni conciarie brasiliane nei primi sei mesi dell’anno nuovo sono cresciute del 7% (106,9 milioni di metri quadri). La progressione, scorrendo i dati pubblicati sul portale Brazilian Leather, si è vista mese dopo mese, con rallentamenti solo ad aprile (+1,5%), cioè dopo l’esplosione di Carne Fraca, e giugno (+0,8%), mese che ha assorbito il primissimo contraccolpo di Lava Jato. I danni al settore, si diceva, sono arrivati dal deprezzamento della moneta nazionale, che nell’ultimo semestre, fatta eccezione per una leggera ripresa a luglio, è in caduta. Mentre le esportazioni crescevano in volume, il fatturato estero complessivo è calato del 4%, arrivando a poco oltre gli 1,1 miliardi di dollari. Tra i mesi più critici, ancora aprile (-8,1%) e giugno (-7,9%).

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