Argentina: Alpargatas smobilita, il governo riduce i dazi sull’import di componenti per salvare il calzaturiero

Alpargatas arretra ulteriormente in Argentina. Secondo i media locali, il colosso brasiliano della calzatura avrebbe deciso di chiudere i propri stabilimenti a Santa Rosa e Catamarca, due località nella zona meridionale del Paese, nelle quali sono impiegati complessivamente oltre 600 dipendenti. La decisione rientrerebbe nel processo di riorganizzazione della presenza sul territorio argentino che l’azienda ha avviato un anno fa e che succede di pochi giorni la cessione delle proprie quote di Tropper Argentina. La chiusura segue inoltre di alcuni mesi i licenziamenti affrontati a febbraio nell’impianto di Bella Vista, sempre nella provincia di Catamarca, dove sono state anche ridotte a quattro le giornate lavorative settimanali. La riorganizzazione sarebbe legata alle difficoltà mostrate dal mercato argentino, testimoniate dalla riduzione del 6,6% delle vendite nel primo semestre dell’anno mentre il fatturato registrato nel resto del mondo, nello stesso periodo, è aumentato del 7,5%. Se da un lato Alpargatas decide di affrontare così la crisi di Buenos Aires, dall’altro il governo argentino pensa ad altre soluzioni. La prima sarebbe quella di ridurre dal 35% al 15% i dazi sui componenti del settore calzaturiero per evitarne il collasso e fronteggiare la competizione del mercato cinese. Attualmente un paio di scarpe sportive prodotte in Argentina costa tra i 6 e gli 8 dollari in più rispetto a quelle prodotte a Pechino e con questo intervento Casa Rosada punta ad arrivare a una differenza compresa tra 1 e 2 dollari per paio. (art)

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