Capannori, calzaturifici e store insieme per salvare le rimanenze

Capannori, calzaturifici e store insieme per salvare le rimanenze

Confezioni e confezioni di scarpe stipate in magazzino? Calzaturifici e store insieme possono risolvere il problema delle rimanenze. La proposta arriva dal Comune di Capannori. L’amministrazione della provincia di Lucca ha promosso una collaborazione fra le aziende calzaturiere e i negozi della Lucchesia. Un modo per incentivare l’acquisto di calzature a chilometro zero e “costruire una rete territoriale che possa dare una mano a superare le difficoltà create dal Covid-19”, come spiega in una nota il sindaco Luca Menesini. L’idea è nata dal dialogo dell’amministrazione con le aziende dello storico distretto calzaturiero della frazione di Segromigno in Monte, che conta circa 250 calzaturifici e 100 imprese del comparto scarpa.

Calzaturifici e store insieme

L’obiettivo è quello di far nascere un sistema di collaborazione che permetta al settore calzaturiero del distretto di smaltire la merce in magazzino. I negozi di calzature della Piana di Lucca, in più, avrebbero così nelle proprie vetrine dei prodotti made in Lucchesia quando il territorio è fondamentale. “Sarà un modo per valorizzare la filiera locale e la tracciabilità dei prodotti – spiegano dal Comune –. La nostra intenzione è anche quella di creare un brand Calzatura a chilometro zero per riconoscere i prodotti del nostro territorio”.

Le aziende coinvolte

Al primo incontro fra negozi e calzaturifici, il 18 maggio, hanno partecipato i calzaturifici Superba di Lammari, Carosello di Segromigno in Monte, Shoes Linea Lei di Camigliano, Victor di Lammari e Sandy Shoes di Segromigno in Monte. Sono aziende che hanno visto annullarsi ordini in tempo di lockdown, soprattutto di commesse per l’export. Tra i negozi coinvolti invece ci sono per ora: Monica Shoes di Lucca, Quick Moda di Porcari, Momax di Lucca, Adm Atelier Maglia di Segromigno in Monte, Scarpe no Box di Lucca, Mavi Moda di Capannori, Centonove di Lucca. Si prevede però che il numero dei partner dell’iniziativa aumenterà a breve.

No ai temporary shop

Si è scelto un sistema basato sulla collaborazione, anziché sulla competizione – spiega il sindaco Menesini – . È soprattutto nelle difficoltà che bisogna fare squadra”. Invece di aprire negozi temporanei, i calzaturifici hanno preferito aderire a questa “sperimentazione che ha la finalità di valorizzare le calzature made in Lucchesia”. L’iniziativa dovrebbe partire entro la metà del mese di giugno. In questi giorni i titolari dei calzaturifici lavorano a una proposta di catalogo delle calzature da condividere con i negozi, insieme alle modalità di contatto tra le parti. (mvg)

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