Eli con Liu Jo batte le sue stesse aspettative: “60 mln nel 2021”

Eli con Liu Jo batte le sue stesse aspettative: “60 mln nel 2021”

Eli con Liu Jo rincorre (e batte) se stessa. La società prevedeva di chiudere il 2021 con 53 milioni di euro di ricavi (rispetto ai 50 del suo business plan): invece supererà i 60 milioni. Merito anche della linea di calzature made in Italy My Liu Jo Essential, che è arrivata a generare il 20% del fatturato e che sarà un driver di crescita anche in futuro. Così ci ha detto Maurizio Croceri, CEO di Eli, l’azienda di Civitanova Marche (Macerata) creata nel 2016 con Marco Marchi, patron di Liu Jo e Eccellenze Italiane.

Eli con Liu Jo

Qual è l’andamento di Eli?
Chiuderemo il 2021, superando i 60 milioni di euro di ricavi. È ben al di sopra del nostro business plan e con un significativo aumento rispetto ai 45 del 2020. Siamo arrivati a produrre 1,3 milioni di paia l’anno. La miscela brand e qualità del prodotto è vincente.

Cosa c’è dietro questo mix vincente?
Pensiamo sempre come una startup. Vuol dire grande flessibilità e investimenti nella digitalizzazione per raggiungere i nostri 2.500 clienti. Ma anche sempre maggiore rapidità del time-to market, nonostante il numero crescente di collezioni a cui stiamo aggiungendo le collaborazioni, come quella con Leonie Hanne (denominata Leoni Hanne x Liu Jo), presentata al Micam.

Come sta andando la linea My Liu Jo Essential?
Molto bene, direi. Si sta consolidando e ormai è arrivata a generare circa il 20% del fatturato. È una linea interamente prodotta in Italia con materiali italiani su cui puntiamo molto anche per il futuro. Anche per questa linea stiamo cercando di essere più veloci.

Quali sono i vostri obiettivi?
Vogliamo crescere in maniera organica e pensiamo che ci sia ancora molto spazio per farlo. Le prospettive sono buone.

 

 

Quali sono le ricadute di questo andamento sull’occupazione?
Siamo passati dai 15 dipendenti nel 2016 a oltre 60 attuali. La nostra azienda è molto giovane, l’età media dei nostri addetti è piuttosto bassa. Poi bisogna considerare anche l’aumento di tutto l’indotto che potremmo quantificare con 60 collaboratori.

Cosa cercate nei giovani che si propongono?
Cerchiamo soprattutto giovani motivati. Questa è la prima qualità che devono avere. E poi la loro professionalità. Il fatto di non possedere competenze specifiche non è un ostacolo insormontabile, perché se sono motivati apprendono in fretta e bene. (mv)

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