Il made in, la sostenibilità, Lineapelle per la scarpa tedesca

Il made in, la sostenibilità, Lineapelle per la scarpa tedesca

“Il made in conta poco quando vai a comprare una scarpa. Conta di più la qualità, la sostenibilità, il prezzo”. Se ancora non fosse chiaro il pensiero dei calzaturieri tedeschi, le dichiarazioni di Manfred Junkert, segretario generale di HDS/L (associazione federale tedesca dell’industria della calzatura e della pelletteria), non lasciano spazio a interpretazioni. Presente al recente Micam, Junkert ha, in particolare, espresso un parere molto favorevole rispetto al calendario fieristico italiano. Perché? Semplice: permette ai calzaturieri di visitare Lineapelle, salone che (anche) la scarpa tedesca ritiene fondamentale per la ricerca di materiali, come ci spiega Junkert in questa intervista.

La scarpa tedesca

Qual è la situazione delle vendite sul mercato tedesco?

Nei primi sei mesi del 2021, le vendite retail sono scese del 22% circa rispetto allo stesso periodo del 2020 e siamo a -44% sul 2019. Questo perché i negozi sono stati chiusi fino a maggio. È stato uno dei settori più penalizzato in assoluto. Ora, con la riapertura, i negozianti mostrano un po’ di ottimismo e con i saldi i clienti sono tornati all’acquisto. L’online è in forte crescita e, secondo le statistiche, un paio di scarpe su 3 si vende tramite canali web.

In questo contesto come si muove la scarpa italiana?

L’Italia è il quinto Paese esportatore più importante con una quota del 6,4% sul totale importato dalla Germania nella prima metà del 2021. Nel primo semestre 2021 è uno dei pochi Paesi che ha aumentato le vendite: +1,2%, arrivando 15,2 milioni di paia. L’Italia è conosciuta per la scarpa col tacco e per la calzatura di lusso. Questo non è certo uno dei periodi più favorevoli per la scarpa formale, visto che sono mancate le occasioni d’uso. Quindi, la risposta è: dipende da che tipo di scarpe offre l’Italia.

Questo perché “sneaker is the king”?

Sì. Le vendite di scarpe sportive e outdoor sono in crescita.

Come sono i rapporti con le associazioni italiane?

Buoni. C’è molta cooperazione tra enti e federazioni, visto che i problemi del settore a livello europeo sono gli stessi. È chiaro che, poi, emergono visioni differenti.

 

 

Made in e Lineapelle

Quella sul made in, per esempio?

Per l’Italia dove viene prodotta una scarpa è molto importante. Per noi, invece, sono più importanti altri fattori. Il consumatore finale bada alla qualità di una scarpa, alla sua sostenibilità e non a dove è stata prodotta. L’importante è che sia una scarpa di grande qualità.

Dall’Italia i produttori tedeschi comprano materiali e componenti?

Assolutamente sì. E avere Lineapelle subito dopo Micam rappresenta un’ulteriore grande opportunità per noi. La Germania, in generale, è interessata ad aumentare la qualità dei propri prodotti. E quando si parla di qualità, c’è l’Italia. Per esempio, lavoriamo moltissimo con le concerie italiane: quelle venete e, soprattutto, toscane.

Fattore manodopera

In Germania avete carenza di manodopera giovanile?

Le aziende stanno tendendo d’occhio questo aspetto perché in futuro la carenza di lavoratori qualificati potrebbe farsi sentire e sono alla ricerca di giovani. Questo avviene in campo tecnico, ma anche digitale e commerciale. Le imprese evidenziano le opportunità di lavoro e di formazione per reclutare giovani. (mv)

Leggi anche:

 

CONTENUTI PREMIUM

Scegli uno dei nostri piani di abbonamento

Vuoi ricevere la nostra newsletter?
iscriviti adesso
×