Le idee chiare di Andrea Mondin, designer emergente della scarpa

Le idee chiare di Andrea Mondin, designer emergente della scarpa

“La pandemia è stata utile per resettare il brand”. Andrea Mondin sta valutando offerte e proposte per la ripartenza strutturata del suo marchio che dovrebbe avvenire nei prossimi mesi. Mondin è un designer emergente della calzatura. Il suo curriculum parla chiaro: Roberto Cavalli, Dolce & Gabbana, 12 anni da Versace. Nel 2017 ha vinto il premio Who’s on Next? per la categoria accessori. Un anno prima aveva fondato il suo marchio che oggi ha posto in stand-by per prepararsi a un mercato più competitivo. Ma Andrea Mondin (a destra, nella foto di Barbara Franzo) ha le idee chiare sul suo futuro, come ci racconta in questa intervista.

Le idee chiare di Andrea Mondin

Cosa è successo dalla vittoria a Who’s on Next nel 2017 a oggi?

Un premio importante che mi ha dato molta visibilità e mi ha aperto molte più porte. E, per il mio marchio, mi ha aiutato a firmare una partnership con un importante showroom.

Poi è arrivata la pandemia…

Poco prima, a gennaio 2020 ho terminato la mia collaborazione di 12 anni con Versace. Seguirlo insieme al mio brand era diventato molto faticoso a livello fisico e mentale. Inoltre, per il marchio Andrea Mondin non tutto andava secondo i miei piani. Ero costretto ad occuparmi di tanti altri aspetti e avevo poco tempo per lo stile. In più, non avevo la mente libera per poter creare.

Resettare il brand

Quindi, hai preso la decisione di procedere con una revisione completa…

Sì, l’arrivo della pandemia ha facilitato questa scelta. Ora so bene come vorrei impostare il mio marchio. Per esempio, gestendo una campagna vendite indipendente, una realtà produttiva che non mi dia problemi e un investitore che creda in me affinché possa dedicarmi di più al design.

A che punto sei?

Sto valutando le varie proposte di licenziatari e investitori. Non ho particolarmente fretta: l’importante è trovare il partner giusto. Ho le idee chiare ed è tutto pronto per ripartire.

Filosofia di prodotto (e non solo)

Qual è la tua filosofia di brand e prodotto?

Il mio è un marchio elitario di nicchia. È un prodotto realizzato con materiali pregiati e naturali come cuoio, pelle e tessuti e non materiali sintetici.

Punterai sui social?

Non so se, per un marchio di élite, Instagram sia davvero il canale adatto per comunicare. Probabilmente no. Punterò, invece, sull’esperienza in negozio più che sulle vendite online.

Tacco o non tacco

Le donne continueranno a prediligere il comfort?

Le mie scarpe sono prima comode e, poi, stilose. Il concetto che la donna per apparire debba soffrire è vecchio e non più valido. Se una donna indossa una calzatura comoda è felice.

Ma credi ancora nel tacco?

Assolutamente sì. È uno strumento di seduzione, di espressione. Il tacco non potrà mai tramontare. Dopo questo periodo di comfort forzato ci sarà voglia di tornare sui tacchi. Credo che per serate e per cerimonie la donna non ne possa fare e meno e lo prediligerà. La sneaker verrà scelta per l’uso quotidiano.

A proposito di sneaker

A proposito, ritieni che quello della sneaker sia un mercato saturo?

Certo. Per me la sneaker è Adidas, Nike e altri marchi sportivi. Gli altri marchi che le fanno per esigenze di fatturato devono stare attenti perché così snaturano il brand e saturano il mercato. Credo di più nella specializzazione produttiva.

Tendenze moda nuove che hai osservato emergere durante la pandemia?

Davvero poche. Non ho visto molti prodotti con effetto wow, né un deciso passo in avanti sul fronte della creatività. L’unica cosa che mi ha colpito molto è l’attenzione dei brand verso la sostenibilità. Questo mi ha veramente incuriosito. (mv)

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