Nel semestre la scarpa italiana ha funzionato, ma ora sono guai

Nel semestre la scarpa italiana ha funzionato, ma ora sono guai

Qualcosa non ha funzionato al meglio. Le vendite online, ad esempio, non crescono più. Nei primi 6 mesi del 2022 il digitale ha registrato il -9% in volume e più del -4% in valore rispetto al 2021. Anno in cui si era già verificato un ridimensionamento rispetto al boom del 2020, favorito da pandemia e lockdown. Nonostante il calo, le vendite online restano comunque ben al di sopra (+24% in quantità) rispetto al primo semestre 2019. Lo spunto arriva dai dati diffusi da Assocalzaturifici, sigla di categoria aderente a Confindustria Moda. Una prima parte dell’anno positiva, anche se non per tutte le aziende del settore. Sulla quale ora ci sono nubi all’orizzonte.

Lo scenario

“Il settore, nel suo insieme, denota un significativo recupero – commenta il presidente di Assocalzaturifici, Giovanna Ceolini –. Ma caro energia, costi delle materie prime e conseguenze del conflitto in Ucraina mettono a rischio l’evoluzione a breve”. In particolare, il fatturato estero nei due mercati ha perso il 30% nel primo semestre, con un parziale di -46% dall’inizio della guerra (fine febbraio). “Stiamo riscontrando soddisfazione sul fronte delle vendite verso i mercati nordamericani e nei principali paesi UE – continua Ceolini –. Mentre i lockdown primaverili hanno frenato quello cinese. La ripresa è disomogenea: se le griffe registrano performance brillanti, metà delle imprese sono ancora sotto i livelli di fatturato pre-Covid”.

 

 

Cosa ha funzionato

Nei primi sei mesi del 2022 il fatturato complessivo del settore è cresciuto del 14,5%. Lo sostiene l’ultimo report del Centro Studi di Confindustria Moda per Assocalzaturifici, in base alle risposte su un campione di associati. La performance consente alla scarpa italiana di superare i livelli pre-pandemia anche in volume (+2,4%). Al fatturato contribuisce l’export, che nei primi 5 mesi dell’anno è salito del 24% in valore e del 15% in quantità su base annua. Molto bene USA e Canada (+65% in valore), grazie al favorevole cambio del dollaro nei confronti dell’euro. La Cina indietreggia a causa dei lockdown. Crolla l’export in Russia e Ucraina. Sul mercato interno è proseguito l’avvicinamento ai livelli (insoddisfacenti) di tre anni addietro: +18,2% in valore gli acquisti delle famiglie nei primi 6 mesi e +14% in quantità.

Gli effetti sul tessuto

A livello demografico, prosegue la riduzione del numero dei calzaturifici: -95 unità nel primo semestre 2022 rispetto al dato di fine 2021. Gli occupati, viceversa, sono cresciuti di 1.062 addetti rispetto al consuntivo 2021 (+1,5%). Numero, in ogni caso, insufficiente per recuperare le perdite dello scorso anno. È un rimbalzo dopo i cali registrati negli ultimi 6 anni, in cui la forza lavoro del settore ha perso oltre 6.400 unità. (mv)

Foto d’archivio

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