Non è tutto oro ciò che è Francia: la scarpa, ad esempio, arranca

Non è tutto oro ciò che è Francia: la scarpa, ad esempio, arranca

Il calzaturiero francese arranca. Se da un lato i cugini d’Oltralpe godono di investimenti e assunzioni nella pelletteria, dall’altro i produttori di scarpe non riescono a sfruttare l’onda di crescita per mancanza di personale. Lo sostiene Franck Boehly, presidente del Conseil National du Cuir (CNC). A suo dire l’ecosistema francese della pelle cerca di arginare queste difficoltà con nuovi strumenti di sostegno. Tanto a livello nazionale quanto locale. Il timore è perdere un settore strategico, anche solo per l’indotto che sa generare.

Il calzaturiero francese arranca

“Le calzature rappresentano un’importante fonte di lavoro locale – ha detto Boehly a Les Echos –. Garantiscono la tenuta dell’indotto, come la logistica, e contribuiscono allo sviluppo dei territori”. Il presidente CNC racconta che i calzaturieri francesi faticano ad agganciare la ripresa post-pandemica. La difficoltà maggiore sarebbe quella di reperire personale specializzato. Un problema arci-noto e condiviso anche in Italia e nel resto del mondo. La situazione diventa un problema preoccupante, tanto che per arginarla in Francia ricorrono a strumenti per il reperimento di nuovi addetti a livello nazionale e locale. Tra questi, ad esempio, Cuir Invest o Faire de lance.

 

 

Questione irrisolta

Martedì 12 giugno gli attori della filiera francese della pelle (che coinvolge circa 12.800 aziende per 25 miliardi di euro di fatturato) hanno presentato un Libro Bianco con 5 proposte per il rinnovamento del settore. Buone pratiche come la necessità di garantire il buon trattamento degli animali, di mettere le persone al primo posto o di dialogare meglio con i consumatori. Ma l’intervista a Les Echos è però l’occasione per Boehly di riportare sotto i riflettori un’altra importante questione: come denominare correttamente le alternative alla pelle. “C’è un decreto del 2010 che obbliga a etichettare come in pelle solo gli articoli in pelle di origine animale. Non quelli in materiale sintetico o vegetale”. La norma, però, secondo Boehly è scarsamente rispettata. (art)

Immagine dai social

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