“Padovan è pelle”: intervista a Mario Dice e Giorgio Innocenti

“Padovan è pelle”: intervista a Mario Dice e Giorgio Innocenti

“Luciano Padovan è pelle”. Lo stilista Mario Dice (a destra nella foto) è piuttosto certo nel definire quale materiale guiderà la rinascita dello storico marchio calzaturiero. A livello di strategia, invece, c’è la visione che Giorgio Innocenti (a sinistra nella foto), CEO di LP Group (società controllata da Innocenti Group) che parla di “azienda 4.0 che ha nel marchio il suo asset principale”. Innocenti ha acquistato Padovan dal fondo svedese Novargus, affidando la direzione creativa a Dice e, nei giorni scorsi, ha presentato la sua prima collezione.

Giorgio Innocenti: azienda 4.0

Luciano Padovan è la sua prima esperienza da imprenditore nel settore moda?
È la prima per importanza e prestigio, ma la seconda in ordine temporale. Il mese scorso ho venduto il marchio Carla Carini a un imprenditore mantovano. È molto difficile, per un imprenditore, acquistare un brand italiano affermato e trovarlo sul mercato senza spendere decine di milioni di euro.

Come mai ha scelto il settore calzaturiero?
Si è presentata l’opportunità di rilevare Luciano Padovan e non ci ho pensato due volte!

Quali sono state le prime decisioni strategiche?
Il business plan è basato su una visione innovativa che descrivo come “azienda 4.0”: l’asset principale è il marchio. Le altre funzioni, come stile, produzione e distribuzione, sono esternalizzate. Il nostro intento è ricercare la qualità in ogni fase del progetto e in questa prima capsule siamo addirittura sopra il livello previsto.

E a livello di vendita?
Adotteremo una strategia “ibrida” che concilia il digitale con il trade tradizionale. Per noi il rapporto con i negozianti resta imprescindibile e, per fortuna, siamo riusciti a riprendere molti contatti importanti. E ci siamo affidati allo showroom Studio Zeta di Milano.

Come avete individuato il partner produttivo, il calzaturificio Vittorio Valsecchi di Parabiago?
Cercavamo un partner affidabile, di alta qualità e con la nostra visione. Siamo contenti di essere tornati a Parabiago, dove è nato e si è sviluppato il marchio Luciano Padovan. Quando si parla di made in Italy, a volte non ci si rende conto della passione e della meticolosità che mettono nel lavoro, ogni giorno, aziende storiche come Valsecchi. Non c’è scuola che insegni questa tradizione e questa passione per il lavoro. Che valore ha questo patrimonio?

È stato difficile individuare il partner produttivo?
Non molto difficile. Avevamo sondato altre realtà che, però non avevano valori e requisiti richiesti.

 

 

Mario Dice: la pelle siamo noi

Qual è stato il suo approccio al marchio?
Di fronte a un brand con una forte identità, come Luciano Padovan, sono ripartito dal suo DNA. Ho ripercorso la sua storia, rifacendomi alla sua tradizione, donandogli ovviamente il mio stile e il mio gusto, senza mai snaturarlo. Sono partito da un prezzo competitivo su cui, poi, ho costruito l’intera collezione, rendendola appetibile dal punto di vista estetico, ma anche di prezzo.

Perché avete deciso di non proporre nessun modello di sneaker?
Una decisione dettata dal desiderio di riportare la donna sui tacchi, accessorio che dona eleganza, bellezza e femminilità.

Cosa rappresenta la pelle per lei?
La pelle siamo noi, lo dice l’etimologia stessa della parola. È l’involucro che racchiude il nostro corpo. Così la scarpa di pelle è un tutt’uno con il piede: è una parte di noi.

Dove si colloca la pelle nel progetto creativo per Luciano Padovan?
Luciano Padovan è pelle.

Qual è la sua personale visione del tacco?
Luciano Padovan è sinonimo di comodità e i tacchi utilizzati, anche quelli di design, devono esaltare la femminilità di chi li indossa ma essere comodi allo stesso tempo. Un connubio che in Luciano Padovan trova la sua massima espressione. (mv)

Leggi anche:

CONTENUTI PREMIUM

Scegli uno dei nostri piani di abbonamento

Vuoi ricevere la nostra newsletter?
iscriviti adesso
×