Puma, Adidas, Under Armour: i diversi destini della sneaker

I bilanci di Puma, Adidas, Under Armour

Puma cresce più del previsto. Adidas tradisce le attese. Under Armour si salva (e riduce la perdita) grazie alle scarpe. Questo è quello che raccontano le ultime trimestrali dei marchi che dominano, insieme a Nike, il frastagliatissimo segmento della sneaker. Un segmento che, comunque sia, continua a dominare la scena, dopo aver rivoluzionato non solo la produzione calzaturiera internazionale, ma anche la sua filiera di fornitura.

Puma e il bilancio a sorpresa
Puma cresce più velocemente dei competitor e convince la Borsa con le previsioni per i prossimi mesi. Nel secondo trimestre i ricavi sono saliti del 16,9% a 1,2 miliardi di euro. Profitti operativi: +39% a 80,3 milioni, ben oltre i 73 milioni previsti dal mercato. Nel primo semestre, il brand tedesco ha registrato vendite in crescita del 16,8% pari a un valore di 2,5 miliardi di euro. I profitti netti passano da 99 milioni a 144 milioni di euro. “Puma – spiega Reuters – è cresciuta più in fretta dei rivali Adidas e Nike”. “Le nostre aspettative per la seconda metà dell’anno sono migliorate” ha dichiarato Bjorn Gulden, CEO di Puma. Per l’intero 2019, Puma stima ricavi in crescita del 13% a cambi costanti e un Ebit tra i 410 e i 430 milioni di euro. Numeri e prospettive che hanno portato al rialzo del titolo la cui quotazione è aumentata di quasi il 40% nell’ultimo anno.

Bjorn Gulden, ceo di Puma
Bjorn Gulden, ceo di Puma (foto tratta da about.puma.com)

Puma e le strategie antidazio
Le giacenze di Puma sono salite del 19,4%, ma è un dato che non preoccupa gli addetti ai lavori. Il motivo: è generato dalle operazioni in corso per limitare l’impatto della trade war fra Cina e Stati Uniti. “Puma – scrive Reuters – ha spostato la produzione dalla Cina a Paesi come il Vietnam, riducendo la percentuale di prodotti fabbricati a Pechino per gli USA a meno del 25%. Era il 50% cinque anni fa”. Gulden ha confermato: “Se dovessero arrivare i dazi, sono convinto che i prezzi saliranno perché non è possibile spostare tutta la produzione fuori dalla Cina”.

Adidas e le previsioni degli analisti
Pur con numeri positivi, Adidas ha registrato vendite inferiori alle attese nel secondo trimestre. Utile netto: in aumento del 34% a 531 milioni di euro. Fatturato: 5,51 miliardi circa (+4,7%). Previsioni finanziarie: 5,54 miliardi. Nel primo semestre, il volume d’affari è cresciuto del 5,4%, arrivando a 11,39 miliardi di euro. I profitti sono aumentati del 24,2%, passando da 938 a 1,16 miliardi di euro. Il gruppo tedesco è fiducioso per il secondo semestre.

Under Armour e la scarpa
Il gruppo di Baltimora è il più lento tra i competitor. Ha chiuso il secondo trimestre con entrate nette in crescita dell’1% (1,19 miliardi di dollari), in linea con le aspettative degli analisti. Bene la calzatura (+4,7%), male l’apparel (-1,1%). Statici gli accessori. Le perdite si sono ridotte: da 95,5 milioni a 17,3 milioni di dollari (3 centesimi per azione). Un valore migliore delle attese, ma non sufficiente a rassicurare il mercato finanziario che prevede per il brand un anno fiscale in “leggero calo”. Intanto, nel semestre le vendite sono passate da 2,36 a 2,39 miliardi di dollari. Utile: 5,12 milioni di dollari. (mv)

Nella foto (by Adidas), il nuovo modello Spezial griffato dal cantante, e fondatore degli Oasis, Liam Gallagher

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