Credere nei brevetti, superare Covid: la parola a Kemas

Daniele Marinai, titolare di Kemas, azienda di Santa Croce sull’Arno

Un work in progress continuo messo (duramente) alla prova da Covid. Ma, anche, un percorso di sviluppo e miglioramento che persegue linee strategiche ben definite. Per esempio, quella di credere nei brevetti, non solo come strumento difensivo, ma anche come valore aggiunto concorrenziale. Il tutto, applicato al settore della chimica conciaria, come ci spiega in questa intervista Daniele Marinai, titolare di Kemas, azienda di Santa Croce sull’Arno.

Superare Covid

In che modo si sta chiudendo il 2021 della chimica conciaria, sotto il profilo congiunturale, dal vostro particolare osservatorio?

Due anni di pandemia hanno colpito duro. Il calo dei consumi ha determinato una frenata nella produzione industriale la quale, comunque, contrastando una resistenza inerziale incredibile e mai vista fino ad oggi, ripartirà, più forte e sana di prima. Io sono ottimista.

Tra le tante conseguenze di Covid, alcune hanno portato a una ridefinizione gestionale di molti aspetti dell’attività di un’azienda. Quali, secondo voi, rimarranno attuali?

Covid 19 ci ha insegnato a comunicare a distanza. Abbiamo imparato a far conoscere i nostri prodotti in una maniera più globale ed istantanea. Abbiamo imparato a creare pelli che possono “bucare” lo schermo di un pc. Per esempio, mi vengono in mente i nostri colori fluorescenti, o certi nuovi disegni e stampe su pelle.

In ambito chimico conciario, quali sono attualmente le principali direttrici di ricerca e qual è la vostra declinazione di queste direttrici?

Diciamo la verità: sono i clienti che ci chiedono cosa serve e, al momento, c’è la volontà di cercare dei beni sostenibili o comunque con il minimo impatto sull’ambiente, ma con un pizzico di pazzia in più. Pelli uguali, creano calzature e borse uguali. Non tutti si accontentano di ciò. Siamo da sempre attenti al particolare, abbiamo prodotto pelli senza… TUTTO! Ognuno ha un suo free-qualcosa ma, secondo me, la verità è che la pelle è naturalmente generata, da sempre, dallo scarto del settore alimentare ed è quindi eticamente doveroso usarla. Il vero problema, a mio avviso, sono le fibre sintetiche che, ahimè, contrariamente all’opinione populista generale, in natura, non c’erano: sono “comparse” dopo! E, sempre secondo me, per capire il vero problema delle microplastiche, basta smontare un filtro della lavatrice domestica e moltiplicare per qualche miliardo il contenuto delle fibre che vi si possono trovare. Il problema, quindi, è la pelle sostenibile o “l’alternativa”?

 

 

Credere nei brevetti

Quale valore aggiunto attribuisce a un ausiliario chimico il fatto di essere brevettato?

Da sempre l’ottenimento di un brevetto è il giusto, agognato premio al lavoro costante e appassionato di persone che cercano di risolvere delle necessità reali. Nel settore nel quale operiamo c’è una grandissima attenzione alla contraffazione dei marchi. Tutti sanno che copiare un marchio, o anche solo riprodurlo parzialmente con una certa somiglianza, è un grave illecito. Mentre lo stesso non si può dire per la contraffazione delle innovazioni tecnologiche che a volte è posta in essere con una certa leggerezza dalle filiere conciarie. Tuttavia, a discapito di questa errata concezione, si tratta in egual misura di reati.

Brevettare, dunque, è un investimento fondamentale?

Kemas ha investito in qualità ISO 9001, 14001 e ZDHC. Ha registrato molti marchi commerciali e detiene più brevetti tra cui uno europeo (Brev. n°EP304162) per l’ormai ben noto articolo ”gommato”, che rivendica l’uso, in fase umida, di determinati elastomeri. Attuare il brevetto permette di ottenere pelli pastose, ferme, gommose con migliori resistenze fisiche generali e con resa al taglio enormemente maggiore, riducendo al minimo la quantità di pelle da scartare con un evidente vantaggio tanto economico quanto ambientale. La protezione accordata dal brevetto non riguarda solo il processo produttivo, ma comprende anche i pellami ed i prodotti finali ottenuti. Detta estensione del brevetto, pensiamo faccia sì che l’effetto diventi praticamente di influenza mondiale in quanto, chi oggi può escludere la possibilità di far circolare le proprie merci, siano esse sedili auto, divani, borse, scarpe ed altro in Europa o altre nazioni? Crediamo nei brevetti, stiamo già pensando a una nuova ed entusiasmante invenzione, ma al momento, nelle more del deposito, è ancora top secret.

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