Bangladesh: la pelle mira alla Cina, dove esporta solo per 70 mln

Bangladesh: la pelle mira alla Cina, dove esporta solo per 70 mln

La filiera della pelle del Bangladesh mira alla Cina. Gli operatori della filiera cercano il modo di fare rete e definire una strategia per sfondare nella Repubblica Popolare. Che è da sempre un obiettivo, ma dove per diverse ragioni la pelle bangladese ha faticato a penetrare. Una delle più importanti riguarda la qualità e le dimensioni della materia prima conciaria e del prodotto finito. Nulla di paragonabile a quanto la Cina acquista dai fornitori statunitensi e italiani. Ora, però, pare che il governo voglia investire nella filiera e definire un contributo alle esportazioni.

Se la pelle bangladese mira alla Cina

La pelle bangladese, dunque, si prepara all’assalto al mercato cinese. Non solo: il fatto è reciproco. Perché gli effetti della pandemia sulle filiere globalizzate spingerebbe il mercato cinese a prestare maggiore attenzione ai prodotti del Bangladesh. Come riporta The Financial Express, negli ultimi 10 anni il Bangladesh ha esportato ogni anno in Cina pellami per un valore di 50 milioni di dollari e calzature per 16,70 milioni di dollari. Molto poco rispetto alle possibilità. Fino a oggi il Bangladesh non si è rivelato all’altezza di USA, Brasile, Italia e Australia. Ora, però, le imprese – con il supporto del governo – vorrebbero aggredire il mercato cinese con joint venture con società locali specializzate nella macellazione e nella concia. Inoltre, vorrebbero creare punti vendita di prodotti in pelle del Bangladesh in Cina, assumere agenti per il marketing, promuovere e avviare vigorose campagne pubblicitarie.

 

 

L’aiuto di Stato

Ancora The Financial Express riporta le richieste al governo dell’associazione di riferimento (LFMEAB). Che dal ministero del Commercio si aspetta il miglioramento delle condizioni fiscali per le esportazioni di pelle e di prodotti in pelle. Attualmente, gli esportatori di pelletteria beneficiano di incentivi in denaro del 15% rispetto alle loro esportazioni. L’obiettivo sarebbe arrivare al 20%. Inoltre, le concerie del Savar Tannery Industrial Estate e quelle al di fuori di Savar, che dispongono di un impianto di trattamento degli effluenti (ETP), ottengono un sussidio all’esportazione del 10 percento. (art)

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