Bizzarri a Lineapelle: la Leather Valley italiana, unicità da nutrire

Bizzarri a Lineapelle: la Leather Valley italiana, unicità da nutrire

Una visita importante, quella di ieri a Lineapelle di Marco Bizzarri. Il presidente e CEO di Gucci è entrato in fiera e ha rilasciato a La Conceria alcune dichiarazioni molto significative sull’importanza della filiera conciaria italiana e sul modo in cui Gucci lavora per stimolarne il “cambiamento dall’interno”. E annunciando un nuovo progetto di ricerca in Toscana.

Un’unicità da nutrire

L’arte della lavorazione della pelle – dice Bizzarri – trova il suo punto di forza in  un sistema territoriale altamente specializzato, che il mondo ci invidia.  Non è un caso che i marchi più importanti al mondo vengano nella Leather Valley italiana per realizzare i propri prodotti. Questa eccellenza, questa unicità va nutrita, fatta crescere e rispettata: non vi sono alternative che la eguaglino. Con una filiera di oltre 60 concerie, incluse alcune di proprietà, lavoriamo per farci portatori del cambiamento dall’interno, all’insegna dell’innovazione sostenibile. Facendo investimenti consistenti e mettendo a fattor comune priorità, tecnologie, risorse come, per esempio, un nuovo centro di ricerca che inaugureremo nei prossimi mesi in Toscana.

 

 

Collaborazione e supporto

“Da sempre – continua Bizzarri – cerchiamo di nutrire e alimentare il cambiamento dall’interno collaborando con tutti gli attori della filiera che stanno facendo sforzi importanti in termini di investimento per essere sempre più avanzati e sostenibili. E questo è l’unico modo che conosciamo, la collaborazione e il supporto, per continuare a innovare e a diventare sempre più leader del cambiamento”.

Nuovi modi di saper fare

“Sostenibilità e innovazione sono infatti un’attitudine mentale che attraversa il nostro modo di fare impresa e che ha portato risultati concreti. Penso, ad esempio, all’introduzione di best practice produttive – dalla concia senza l’uso di metalli pesanti, oggi al 40% della nostra produzione, allo studio di processi innovativi per l’up-cycling -, ma anche allo sviluppo di nuovi modi di saper fare. Come Scrap-less, un metodo innovativo che ci permette di ridurre significativamente l’impronta ambientale della produzione”.

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