Concia del nord Europa: lo stress CRV per Germania e Svezia

Concia del nord Europa: lo stress CRV per Germania e Svezia

Il lockdown, cioè l’obbligo di fermare i bottali, non è ancora arrivato. Ma lo stress CRV per Germania e Svezia è già presente. Si manifesta nelle difficoltà di relazioni con i partner della filiera e con quelli internazionali. Si vede nei tentennamenti governativi. Si riscontra, soprattutto, nella necessità di strumenti di sostegno al lavoro e alla stessa tenuta aziendale.

Lo stress CRV per Germania e Svezia

Fonti di mercato riportano che le concerie tedesche abbiano operato in maniera tutto sommato regolare. Mentre parte del personale rimane a casa, beneficiando del sostegno governativo al 60-75% del reddito, le aziende incontrano difficoltà nelle spedizioni internazionali. Anche all’interno del mercato comunitario, i singoli Paesi adottano misure restrittive alle frontiere che rallentano i commerci. L’approvvigionamento soffre delle ripercussioni sulla zootecnia dello stop della ristorazione. La possibilità che Berlino possa considerare la concia un settore non essenziale rappresenta la principale preoccupazione. Finora il Governo non ha dato, come in Italia, l’elenco delle attività autorizzate a rimanere aperte, ma solo una definizione del principio di necessità industriale. In questo la pelle rientra, in future liste chissà.

 

 

Intanto da Stoccolma

Neanche in Svezia le concerie sono costrette al lockdown. Ma il mercato piatto rende per le imprese e per i lavoratori molto allettanti gli strumenti messi a disposizione dal Governo. Stando a quanto ci riportano, sono stati disposte garanzie pubbliche per i prestiti a piccole e medie imprese, mentre le scadenze fiscali sono state posposte. I dipendenti, infine, possono usufruire di una forma di cassa integrazione, ancora sostenuta dal pubblico.

Immagine tratta da bader-leather.com

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