I problemi del progetto di modernizzazione delle concerie di Fez

I problemi del progetto di modernizzazione delle concerie di Fez

Il progetto di modernizzazione delle concerie di Fez risponde a diverse esigenze. Qualificare la filiera della pelle e del prodotto in pelle. Innalzare gli standard produttivi per essere più competitivi sul mercato domestico e su quello internazionale. Nonché migliorare le condizioni di vita della comunità locale. Tutto passerà dal nuovo Parco Industriale di Ain Cheggag (PIAC), dove dovrebbero trovare posto le piccole e medie imprese che attualmente operano nella città marocchina. Il progetto, però, incontra problemi di natura finanziaria. Perché da un lato non tutte le PMI sono in grado di sobbarcarsi l’investimento. E dall’altro le stesse PMI temono che, una volta gravate dei costi della nuova location industriale, saranno messe all’angolo da quelle che continueranno a lavorare nelle strutture “informali” cittadine.

La modernizzazione delle concerie di Fez

Lo abbiamo scritto di recente: le concerie storiche del Marocco saranno pure una cartolina interessante per i turisti, ma sono lontanissime dai livelli di qualità europei. E infatti con il PIAC la città di Fez conta di dotarsi di un poligono industriale più consono alle richieste di mercato. Secondo Les Éco lo stato d’avanzamento del parco è al 70%: la consegna è prevista per luglio 2023 e il 50% dei lotti risultano assegnati. I lavori per l’impianto di depurazione, invece, devono ancora cominciare.

 

 

Il problema delle “imprese informali”

Tutto bene. Anzi no. Perché le PMI di Fez (concerie, ma anche produttrici di articolo finito) lamentano di non essere in grado di affrontare l’investimento in generale o alcuni dei requisiti di adesione in particolare (come il pagamento di un acconto del 40% per l’assegnazione definitiva del lotto o l’obbligo di chiudere i vecchi stabilimenti). Non solo: le PMI temono di essere fregate dalle “imprese informali” (definizione de Les Éco). In che senso? Chi aderisce al PIAC si assume un impegno oneroso, mentre chi rimane in città continuando a lavorare “in maniera folkloristica” (definizione nostra) conserverà il vantaggio di un processo produttivo economico.

Foto da Shutterstock

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