Marocco: desueta e senza acqua, la nuova conceria di Fez è un flop

Marocco, desueta e senza acqua: la nuova conceria di Fez è un flop

In francese la chiamano “tannerie complémentaire”, perché la nuova conceria di Fez avrebbe dovuto affiancare quella storica. Quella, cioè, più apprezzata dalle guide turistiche che dal fashion system. Il progetto, però, è in ritardo di almeno tre anni e si è rivelato un flop. L’impianto è completo al 95% ma, come spiega la stampa marocchina, gli ingegneri si sono dimenticati di prevederne l’allaccio alla rete idrica. E ora mancano i soldi per completare i lavori.

La nuova conceria di Fez

Per realizzare i 4 chilometri necessari di condutture servono ora 3 milioni di dirham (poco meno di 300.000 euro) in più. Adesso la palla passa agli organi politici e amministrativi della regione, che devono rifinanziare la conceria. I responsabili garantiscono che il nuovo impianto, quando avrà l’acqua, sarà anche in grado di garantirne un trattamento in linea con gli standard internazionali di sostenibilità. Anche i rifiuti solidi, aggiungono, saranno destinati a processi di smaltimento degni di questo nome.

I paradossi

È paradossale leggere che si è costruita una conceria accorgendosi solo alla fine di non aver badato al suo approvvigionamento idrico. Ma non è l’unico paradosso della vicenda. Perché va bene che il progetto voglia anche salvaguardare la manifattura tipica del Marocco. Ma che nel 2015 si approvi il progetto per uno stabilimento che non prevede i bottali, bensì ancora le vasche nel pavimento, sembra più un tributo all’industria del turismo che alla tradizionale concia al vegetale.

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