La pelle toscana a tu per tu, online, con Salvini sulla Fase 2

La pelle toscana a tu per tu, online, con Salvini sulla Fase 2

Pelle toscana a tu per tu, ieri, con Matteo Salvini. L’occasione è arrivata da una diretta digitale sostenuta dallo slogan “Diamo voce a chi produce”. A organizzarla l’europarlamentare Susanna Ceccardi (Lega) con l’obiettivo, come scrive il portale ilcuoioindiretta.it, di raccogliere dai vari distretti criticità e proposte. All’appuntamento c’erano Michele Matteoli (presidente Consorzio Conciatori di Ponte a Egola) insieme a Maila Famiglietti e Roberto Giannoni (presidente e vicepresidente Associazione Conciatori di Santa Croce sull’Arno).

A tu per tu con Salvini

I rappresentanti dei conciatori hanno evidenziato come i “protocolli sanitari per lavorare in sicurezza, le nostre aziende li hanno attivati fin da subito, ancora prima che fossero necessari e imposti”. E da questa constatazione hanno rilevato come sia ora necessario riavviare tutta la filiera, negozi al dettaglio compresi. E non solo. “I finanziamenti garantiti hanno tempi lunghi di erogazione e troppo brevi di rientro. Siamo un’eccellenza nel nostro settore e un esempio di economia circolare, ma le incertezze a livello di mercato sono tante. Un aiuto economico è fondamentale a prescindere dal rating perché se si va avanti così, tra un mese saremo tutti cattivi pagatori. Ed è fondamentale anche che arrivi presto – si legge su ilcuoioindiretta.it -. Abbiamo già perso una stagione, non possiamo perdere anche la prossima”. Sul tavolo anche la cancellazione degli oneri fiscali per il periodo di lockdown e la proposta di sostenere il reshoring.

La ricollocazione in Italia

“Penso che un sistema di dazi e la ricollocazione in Italia di alcune produzioni – ha commentato Matteo Salvini – potrebbe essere una grande débâcle o un grande rilancio. Quindi per farlo occorre un incentivo fiscale. Sento, in queste ore, parlare di sussistenza, ma se non riparte il settore produttivo, non daremo mai sussidi a sufficienza. Diciamo 150 miliardi di buoni del tesoro in più si possono emettere? Per me è l’unica strada perché non si può gravare su una filiera per salvarne un’altra”.

Immagine di repertorio, archivio La Conceria

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