L’allarme di UNIC sui prezzi: serve solidarietà di filiera

L’allarme di UNIC sui prezzi: serve solidarietà di filiera

Un vero e proprio allarme. E un conseguente appello, caratterizzato da una particolare urgenza. UNIC – Concerie Italiane fa il “il punto sullo stato del settore – come spiega in una nota l’associazione aderente a Confindustria Moda -, sulle sue criticità e sulle prospettive di mercato dei prossimi mesi”. E, inevitabilmente, alza l’attenzione sul problema che sta attanagliando la filiera: quello dell’aumento, oltre il livello di guardia, dei prezzi. Tutti i prezzi, al punto che UNIC arriva a invocare la necessità di trovare formule condivise di solidarietà di filiera.

Preoccupazione congiunturale

In occasione del suo ultimo Consiglio Generale (18 maggio 2022) l’associazione presieduta da Fabrizio Nuti ha messo nero su bianco la sua forte preoccupazione congiunturale. “A livello generale, pesano sia il conflitto russo-ucraino, con le tensioni sul mercato energetico, sia la situazione in Cina”. Quest’ultima è una “protagonista imprescindibile nella filiera internazionale delle pelli”. E la sua “sostanziale chiusura per motivi sanitari rappresenta un’incognita di difficile lettura e comprensione”.

L’allarme di UNIC sui prezzi

“Oltre alle impennate dei costi del gas, dell’energia e alle difficoltà sul fronte della logistica internazionale – scrive UNIC -, è forte e diffusa la preoccupazione per i notevoli aumenti dei prezzi di approvvigionamento della materia prima e, soprattutto, dei prodotti chimici. Questo mix di rialzi sul fronte dei costi nei bilanci conciari si ripercuote indirettamente anche nelle voci di spesa per depurazione ambientale e lavorazioni contoterzi”. Non solo, perché “rende praticamente impossibile il loro recupero presso i clienti”.

 

 

Serve solidarietà di filiera

“I conciatori italiani – continua UNIC – anche alla luce dei sempre più elevati investimenti fatti in termini di strutture, servizi al cliente e miglioramenti nei vari aspetti della sostenibilità, auspicano una sensibilizzazione su questo tema”. Il tutto, “nell’ottica di una solidarietà di filiera. Si tratta di impegni importanti, essenziali per rimanere competitivi ad alti livelli sul mercato”. Ma sono, soprattutto, impegni che “necessitano di essere valorizzati sul fronte dei prezzi di vendita alla clientela. In mancanza, è altissimo il rischio di provocare sbilanciamenti finanziari (e collassi) in un’industria che da sempre rappresenta un’eccellenza del Made in Italy a livello internazionale”.

Il 2021 e oggi

La concia italiana “ha chiuso il 2021 con una crescita stimata attorno al 19% in valore (per un totale di 4,2 miliardi di euro) e all’11% in volume”. Sono numeri che “un recupero solo parziale dei livelli di produzione settoriali precedenti la pandemia. Il buon andamento registrato nel primo trimestre dell’anno in corso rischia, però, di essere fortemente compromesso dalle criticità emerse nelle ultime settimane”. Fronti di crisi che hanno innescato frenate sugli ordinativi e prospettive molto incerte per i principali segmenti di destinazione merceologica”.

Leggi anche:

CONTENUTI PREMIUM

Scegli uno dei nostri piani di abbonamento

Vuoi ricevere la nostra newsletter?
iscriviti adesso
×