Perché la pelle è la pelle, UNIC protagonista a Sanremo

Perché la pelle è la pelle, UNIC protagonista a Sanremo

La pelle al centro della scena e sotto i riflettori più “caldi” d’Italia. Parafrando lo slogan storico del Festival di Sanremo, che ieri ha aperto la sua edizione numero 70: perché la pelle è la pelle. UNIC – Concerie Italiane è stata protagonista di un talk svolto ieri pomeriggio (4 febbraio) presso Miramare the Palace Resort Sanremo. L’occasione è arrivata dal talk “La musica cambia pelle. 70 anni di storia e successi”.

Dettagli

All’incontro hanno partecipato Fulvia Bacchi (Direttore Generale UNIC – Concerie Itaiane), il sottosegretario MISE Alessia Morani, Ildo Damiano (esperto di moda e fashion editor), Gianluca Saitto (fashion designer). Nel ruolo di moderatrice: Vittoriana Abate, giornalista di Porta a Porta. Il talk ha aperto il format di Infotainment Suite 2020 lanciato da Fluendo, che proseguirà fino al termine del Festival.

Un livello tecnologico pazzesco

Il tema del talk è stato un assist ideale per comunicare in un contesto molto “laterale” il valore della pelle come materiale che denota l’identità di chi la sceglie e la indossa. A cominciare dai cantanti. “i quali – come ha spiegato Gianluca Saitto – scelgono look e materiali in modo particolarmente attento, utilizzandoli in stretta relazione con il brano che devono cantare. A maggior ragione sul palco dell’Ariston”. Ricordando come certi look sono passati alla storia (“come una gonna piena di zip indossata da Loredana Bertè, che finì per ispirare anche Valentino”), Saitto ha evidenziato insieme a Ildo come “la pelle abbia raggiunto una qualità e un livello tecnologico pazzesco: è modernissima e sarà usata sempre”.

 

 

Avanguardia assoluta

“L’Italia deve puntare sulla qualità di ciò che è capace di produrre in maniera unica – dichiara Alessia Morani -. Come le pelli e come la moda. Sono industrie che rappresentano il valore vero della nostra economia. Eccellenze che abbiamo il dovere di proteggere con attività e normative adeguate”. Il sottosegretario MISE ha posto, poi, l’accento sul fatto che “la conceria italiana è un settore d’avanguardia anche sotto il profilo della sostenibilità, dell’ambito sociale, della tutela dei diritti dei lavoratori”.

Prima di tutti

Del resto, come ha ribadito Fulvia Bacchi, “le concerie italiane hanno iniziato a occuparsi di sostenibilità in netto anticipo rispetto al resto della filiera e continuano a farlo”. Un processo di evoluzione green che pone la pelle italiana al centro della scena globale. Esattamente come in questi giorni sarà protagonista di alcuni look (dai capi di abbigliamento agli accessori) dei cantanti in gara a Sanremo. Ma di loro e delle loro scelte stilistiche scriveremo nei prossimi giorni.

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