Uruguay, la concia è in crisi e la politica risponde con il protezionismo

L’Uruguay intende rispondere alla crisi del settore conciario con una chiusura protezionistica. Dopo lo choc delle chiusure e delle centinaia di esuberi annunciate dal gruppo JBS Zenda, il deputato Eduardo Rubio (lista Uniòn Popular) ha presentato un progetto di legge che prevede limiti “in via transitoria” nella vendita all’estero di materia prima conciaria. Nel testo presentato dal parlamentare si prevede la possibilità di esportare solo pelli wet blue o finite. Ma neanche questo è certo, perché, come riporta la testata La Diaria, nel progetto di Rubio si prevede anche la successiva definizione di una quota di materiale finito da conservare nel Paese a favore della manifattura nazionale. A scatenare la reazione protezionista sarebbero, secondo la stampa locale, due valutazioni. Innanzitutto, la circostanza che l’Uruguay applica sull’export di materia prima conciaria un dazio del 5%, mentre i partner dell’area Mercosul si attestano sul 20-25%. In seconda battuta, il deputato è urtato dal fatto che JBS Zenda, controllato dai brasiliani di JBS, intende lasciare attivo nel Paese solo lo stabilimento per il trattamento delle pelli grezze, chiudendo i due di rifinitura. La proposta, come si diceva, avrebbe valore transitorio: la limitazione all’export decade nel momento in cui la quota di pellame finito nel complesso delle esportazioni torna ai livelli del 2008, quando cioè rappresentava il 65% del totale.

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