Il riscatto di chi produceva falsi: a Napoli nasce Veri Good, marchio ad alta inclusione sociale

Si chiama Veri Good, nel senso di Molto Buono, ma anche di Originale e, perciò, positivo. È il nuovo marchio nato dal progetto di inclusione sociale e promozione delle eccellenze partenopee lanciato dal Centro Studi dell’Unione Giovani Penalisti e presentato alla Camera dei deputati. L’iniziativa coinvolge alcuni condannati per reati di contraffazione e prevede il loro impiego in una nuova azienda attiva nella realizzazione di accessori e prodotti di pelletteria allo scopo di riabilitarli da un percorso fatto di illegalità. “Oltre a sensibilizzare l’opinione pubblica sul fenomeno della contraffazione – spiegano il presidente dell’Unione Giovani Penalisti Gennaro Demetrio Paipais e l’ingegner Vincenzo Buonincontro –, il Centro Studi si prefigge di organizzare, nell’ottica dell’inclusione sociale, reti tra istituzioni nazionali, Camera di Commercio, cooperative, associazioni e imprese, che nel rispetto delle relative competenze, in un’ottica di responsabilità sociale condivisa, realizzino iniziative imprenditoriali mirate alla valorizzazione della manifattura locale e al reinserimento sociolavorativo di soggetti ai margini e a rischio di esclusione, il tutto avvalendosi della collaborazione di noti stilisti e professionisti del settore”. Il marchio Veri Good, le cui creazioni saranno coordinate dal giovane stilista napoletano Francesco Visone, proporrà prodotti in pelle che, come spiega l’avvocato Sergio Pisani, “non avranno nulla da invidiare a quelli delle grandi griffe di moda internazionali”.

 

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