Se in Cina il falso lavora con la stessa efficienza dei brand

Se in Cina il falso lavora con la stessa efficienza dei brand

In Cina la filiera del falso si è organizzata per operare con la stessa efficienza e velocità dei marchi del fashion. E i venditori di fake non sono da meno. Il classico esempio è il negozio del tarocco online che utilizza immagini e descrizioni originali dei marchi per far cadere nella trappola i clienti occasionali. Gli stratagemmi per incastrare il consumatore (più o meno consapevole) sono sempre più sofisticati. Il boom della rivendita ha aperto un’altra porta di ingresso ai prodotti non originali. Una porta incontrollabile per le griffe.

La stessa efficienza

I brand, intanto, hanno alzato i livelli di difesa, ma potrebbero fare di più. Irene Woerner, CEO di EmTruth, società che offre servizi blockchain, afferma al South China Mornig Post che “l’uso di soluzioni di autenticazione basate sulla tecnologia nel lusso è molto indietro rispetto ad altri settori”. Secondo gli esperti gli sforzi compiuti dal lusso per combattere l’illegalità dovranno fare molti passi in avanti e includere tutti gli aspetti della supply chain, dai materiali alla consegna.

Cambio di direzione

Dopo anni di inutili battaglie legali intraprese dai marchi stranieri in Cina, la sentenza tra New Balance e New Barlun segna uno storico cambio di direzione di Pechino. “La sentenza non è solo una vittoria per New Balance – sostiene Carol Wang, direttrice di Shanghai Litigation Group, che ha difeso New Balance –. Lo è per un’ampia gamma di marchi internazionali che operano in Cina. Dimostra l’impegno cinese nello stabilire un sistema di difesa della proprietà intellettuale sofisticato e robusto che equivalga a quello di altri Paesi leader. È cruciale per attrarre investimenti internazionali”. (mv)

Immagine Shutterstock

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