Caporalato: subfornitori non autorizzati di Alviero Martini SpA nella bufera

Alviero Martini nella bufera: omesso controllo sul caporalato

Il Tribunale di Milano ha posto in Amministrazione Giudiziaria la società Alviero Martini. Il motivo è legato alla filiera produttiva delle sue borse. Alcuni gestori di laboratori clandestini non appartenenti alla sua rete autorizzata di fornitori, infatti, risultano indagati a differenza della società Alviero Martini che, invece, non lo è.

Subfornitori nella bufera

L’accusa è dura e punta il dito contro subfornitori “ingaggiati all’insaputa della Alviero Martini SpA” (come specifica una nota legale dell’azienda) a cui si contesta l’obiettivo di abbattere i costi e massimizzare i profitti, eludendo le leggi sul lavoro. I carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Milano hanno effettuato ispezioni a Castano Primo, Pieve Emanuele, Grezzago, Villanova d’Ardenghi (Pavia) e Caponago (Monza Brianza). Hanno scoperto laboratori-dormitori gestiti da cinesi e hanno individuato almeno 37 operai irregolari. Gli inquirenti hanno scoperto che i consumi di energia elettrica crescevano di notte e nei giorni festivi, con l’evidente scopo di lavorare nel sommerso. Non c’è prova che la casa di moda di lusso lo sapesse, scrive il Corriere della Sera.

 

 

Omesso controllo

Secondo gli inquirenti, Alviero Martini avrebbe appaltato ufficialmente l’intera produzione delle borse a un’impresa che, però, non aveva la sufficiente capacità produttiva e qualitativa. Quest’ultima, si è rivolta ad alcuni opifici clandestini cinesi, in qualche caso con l’interposizione di una società intermediaria. Il tutto, senza alcuna autorizzazione da parte di Alviero Martini S.p.A. Opifici che sfruttano e sottopagano i dipendenti, spesso irregolari. Queste imprese hanno ricevuto multe e ammende per oltre 300.000 euro. Sei laboratori hanno visto la loro attività sospesa per gravi violazioni delle norme sulla sicurezza nel lavoro. “Laddove emergessero attività illecite effettuate da soggetti terzi, introdotte a insaputa della società nella filiera produttiva, assolutamente contrari ai valori aziendali, Alviero Martini si riserva di intervenire nei modi e nelle sedi più opportune, al fine di tutelare i lavoratori in primis e l’azienda stessa” è la nota dell’azienda. La società Alviero Martini impiega circa 100 dipendenti e fattura oltre 50 milioni di euro.

Cosa emerge dai verbali

Dai verbali emergono ulteriori dettagli sulla vicenda. Nell’indagine c’è anche una data drammatica, quella del 25 maggio 2023 quando ci fu un incidente mortale sul lavoro da Crocolux a Trezzano sul Naviglio (Milano). Secondo quanto accertato dai carabinieri, l’azienda ha un contratto di fornitura con la società Alviero Martini per la realizzazione di borse modello Prima Classe. Il modulo per l’assunzione della vittima sarebbe stato inviato subito dopo l’incidente. Lo riporta Il Giorno che racconta anche del verbale dei carabinieri dopo il blitz all’interno della sede della azienda individuale Dong Daxue di Villanova d’Ardenghi (Pavia), subfornitore del Calzaturificio Ester che ha un contratto con Alviero Martini. “Vengo pagato 1,25 euro a tomaia, quindi 2,50 al paio. Durante la settimana dormo sopra la ditta al primo piano, nei locali adibiti a dormitorio. In una giornata lavorativa produco circa 20 paia di scarpe. Non sono mai stato visitato da nessun medico del lavoro, non mi sono mai stati forniti DPI, non ho mai effettuato corsi di formazione” afferma un dipendente di Dong Daxue. (mv)

EDIT: il 23 gennaio Crocolux ci ha inviato una nota di rettifica relativa al suo coinvolgimento nella vicenda. L’abbiamo pubblicata qui.

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