Il bollettino di guerra (commerciale) tra Washington e Pechino: la scarpa USA esulta, la pelle trema, la carne piange

Vale la pena cominciare da chi, a questo punto della vicenda, può tirare un respiro di sollievo. Quando Matt Priest, presidente dell’associazione della scarpa FDRA, ha letto che le calzature non sono nella lista del presidente Trump di prodotti cinesi da sottoporre a dazi, ha esultato. Lui, che con la sua organizzazione molto si è speso contro la guerra commerciale con Pechino, può ora dire che la Casa Bianca gli ha dato ragione. È ancora nel pieno della battaglia, invece, USHSLA. Stephen Sothmann, presidente dei trader della pelle, ha già spiegato come per loro la Cina sia un mercato di vitale importanza: da ultimo, è stato ospite di China Global Television Network (emittente della Repubblica Popolare in lingua inglese) per ribadire anche da lì che “due potenze economiche possono avere problemi da entrambi i lati – parafrasiamo –, ma la risposta è fatta da dialogo e accordi commerciali”. C’è, infine, chi si lecca già le ferite. Pare ipotesi molto concreta che Pechino imponga dazi del 25% sulle carni rosse americane. National Cattlemen’s Beef Association a tal proposito si dice “rammaricata”, ma non sorpresa: “È questo il risultato inevitabile di una guerra commerciale”.

CONTENUTI PREMIUM

Scegli uno dei nostri piani di abbonamento

Vuoi ricevere la nostra newsletter?
iscriviti adesso
×