La borsa italiana nel 2018 raggiunge i 6,7 miliardi (+10,3%). Exploit sì, ma non per tutti

La pelletteria italiana chiude il 2018 forte di una crescita in double digit che conferma l’ottimo risultato del 2017 e la stagione recente del settore. Secondo i dati elaborati dal Centro Studi di Confindustria Moda per Assopellettieri, nei primi 10 mesi dell’anno appena chiuso l’export si è attestato a 6,7 miliardi, vale a dire il 10,3% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il prodotto elettivo della pelletteria italiana si conferma la borsa, che vale il 61,9% del valore esportato. Materiale più prezioso è la pelle, che rappresenta una quota del 79,1% dell’export. “C’è un dato cui bisogna far caso – nota Danny D’Alessandro, direttore generale dell’associazione confindustriale –: alla crescita del prezzo medio, arrivato a 134,19 euro (+17%), corrisponde un calo dei volumi di vendita, scesi del 5,7%”. Vuol dire che nella pelletteria vince il prodotto di segmento alto, quello legato ai grandi brand, ma non chi sta dietro: “È un trend a doppia velocità, che vede soffrire chi è alle spalle della vetta di mercato – ammonisce D’Alessandro –, parte importante del tessuto manifatturiero italiano”.
Mipel alle porte
La presentazione della nota congiunturale arriva insieme a quelle della prossima edizione di Mipel 115, il salone della borsa e degli accessori in programma a Milanofiera Rho dal 10 al 13 febbraio. “Nelle ultime 8 edizioni abbiamo lavorato per arrivare a una fiera più smart – commenta Riccardo Braccialini, presidente di Mipel in scadenza di mandato –, favorendo, pur con qualche sacrificio, la qualità alla quantità degli espositori”. Tra gli obiettivi programmatici c’era “l’avvicinamento del salone alla città e al mercato – continua Braccialini –. Ci siamo riusciti: quest’anno portiamo le capsule collection realizzate dai nostri espositori con designer emergenti in vendita da Coin”. Parola chiave della manifestazione è “sostenibilità ambientale, sociale e del lavoro – conclude D’Alessandro –. Il nesso tra sostenibilità e creatività è molto stretto, che in Italia trova fondamento sul territorio. Non è un caso che il distretto pellettiero di Scandicci si trovi a 30 chilometri da quello conciario di Santa Croce sull’Arno. Anche la vicinanza è sostenibilità: acquistare materiali a migliaia di chilometri di distanza non può essere la stessa cosa”.

In foto, un momento della presentazione di Mipel 115 alla stampa

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