L’allarme: “Il caro container minaccia l’export italiano”

L’allarme: “Il caro container minaccia l’export italiano”

Il caro container minaccia l’export italiano. I prezzi del trasporto via mare hanno raggiunto le stelle, con conseguenze concrete sulle vendite oltre confine di ogni tipo di merce, comprese le materie prime. Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia, racconta come negli ultimi mesi i costi siano cresciuti in maniera esponenziale, compromettendo gli affari di ogni settore. Compresa la filiera della carne, sulla quale Scordamaglia ha un punto di vista privilegiato in qualità di amministratore delegato di Inalca e presidente di Assocarni.

Il caro container minaccia l’export italiano

“Prima della pandemia, inviare un container da 24.000 chili ci costava circa 3.000 euro, ora siamo arrivati a 12.000“, spiega Scordamaglia a Il Venerdì de La Repubblica. Il manager ha sottolineato come i rincari che i trasporti di container hanno subito negli ultimi mesi rischino di compromettere gli obiettivi dell’export italiano. Le aziende che vendono oltre confine rischiano così di dover scaricare queste spese sui consumatori.

 

 

Questione di appeal

Il rischio maggiore è che cali l’appeal del made in Italy. Ma sulle motivazioni che giustificano tali aumenti, il manager accende dei dubbi. “Fin quando c’erano i lockdown, con catene produttive a singhiozzo, il caro-container si poteva capire – riprende Scordamaglia -. Ora non più: il sospetto è che le compagnie di navigazione abbiano creato un cartello per tenere alti i prezzi“. E così la risposta potrebbe essere quella di unire le forze: “Stiamo per stringere accordi di filiera con le imprese che, finora, si sono dimostrate più oneste e rispettose – conclude -. Vogliamo premiare chi lo merita, escludendo chi specula”. (art)

Foto a sinistra da La Conceria, a destra da wikipedia

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