Container fermi, materia prima in rialzo: lo shock frena l’Italia

Container fermi, materia prima in rialzo: lo shock frena l’Italia

Un aspetto della vicenda sono i container fermi. “Negli ultimi tre mesi il costo dei trasporti è quadruplicato. C’è stato un disallineamento tra l’economia cinese e quella del resto del mondo: la Repubblica Popolare esporta molto, ma non importa altrettanto. Una delle conseguenze è che i container rimangono vuoti nei porti”. Lo ha spiegato Federico Ferrari. L’analista di Prometeia (nella foto, in basso) è intervenuto durante il webinar organizzato da Confindustria sul tema del rincaro dei prezzi delle materie prime. UNIC – Concerie Italiane ha già denunciato come i rincari degli ausiliari chimici e della materia prima conciaria stia minando la ripresa delle attività. Ma il fenomeno è più ampio e, dal legno scandinavo ai metalli preziosi, riguarda tutte le commodities.

Container fermi

È un problema, of course. Ora che la domanda internazionale (specie asiatica e statunitense) potrebbe sostenere la ripresa industriale italiana tutto ci voleva, tranne che uno “shock esogeno”, come lo definisce Ciro Rapacciuolo di Confindustria. Nel minimo comun denominatore del rialzo, ogni commodity segue la sua parabola. “Il petrolio, ad esempio, veniva da una lunga stagione depressiva – argomenta Rapacciuolo (nella foto, in alto) –, quindi è tornato ai livelli pre-crisi”. Ma il ragionamento non vale per tutte le materie prime: le quotazioni di alcuni materiali, come il rame, sono cresciute in senso assoluto. Mentre in altri casi, come per l’oro, si sono “innescate speculazioni finanziarie sostenute anche dalle politiche monetarie espansive”, osserva Daniela Corsini di Intesa Sanpaolo.

 

 

Tutte le cause

Il tema delle speculazioni finanziare accende i riflettori sulle ragioni a monte della stagione dei rincari. Nel diffuso rialzo delle commodities c’entra la ripartenza della domanda internazionale, dopo lo stop imposto dalla pandemia. “In questo senso – continua Rapacciuolo – è motivo di rammarico che lo shock strozzi la possibilità delle imprese italiane di approfittare della ripresa, minandone la marginalità e la capacità di investire”. Ma non tutto si spiega con il nesso domanda-offerta e il rincaro del petrolio. Se in generale tutte le commodities sono in rialzo dall’autunno del 2020, come nota Prometeia (in foto) la pelle è tra le materie prime che hanno conosciuto il maggiore rincaro nell’ultimo trimestre. Da Confindustria prevedono che molti rialzi avranno effetti di medio termine. Altri prezzi, al traino del petrolio, si normalizzeranno nel corso del 2021.

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