L’incidente di Bagnaia a Barcellona e la superiorità del canguro

L’incidente di Bagnaia a Barcellona e la superiorità del canguro

Primo giro del Gp di Spagna, ieri a Barcellona. Il motociclista italiano Francesco “Pecco” Bagnaia cade. Involontariamente, la moto di Brad Binder lo colpisce alle gambe (nelle foto tratte da Instagram). Fortunatamente, una situazione ad altissimo rischio non porta a nessuna grave conseguenza. Scrive Sky Sport, infatti, che, a confermarlo è il comunicato della Ducati – per la quale Pecco Bagnaia corre – emesso dopo i controlli in ospedale. “Pecco ha riportato molteplici contusioni, ma gli accertamenti medici non hanno evidenziato fratture: tornerà già stasera in Italia”.  Il campione del mondo tranquillizza tutti sui social: “Posso solo dire grazie“. Una tragedia sfiorata, in parte anche a grazie a un materiale contro cui certe campagne animalveg oltranziste si sono scagliate da tempo. Ebbene sì: è la pelle e il caso specifico certifica la superiorità del canguro.

 

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La superiorità del canguro

Una volta tanto, però, non siamo noi a celebrare la superiorità del canguro. A farlo è un campione del mondo delle due ruote: Loris Capirossi. Presente in Direzione Gara a Barcellona, l’ex pilota ha rilasciato al Corriere della Sera dichiarazioni piuttosto esaustive sull’argomento. “È andata molto bene, Bagnaia è stato decisamente fortunato. (…) Il problema di questo tipo di incidente, cioè per investimento, è che è difficilmente arginabile. Sui piloti non si possono mettere protezioni in ferro, andrebbero a penalizzarne la mobilità, ma solo semirigide. Proteggono certi punti, ma non tutti. Per questo quanto vissuto oggi da Pecco resta l’eventualità più complicata da risolvere. (…) La moto di Binder gli è passata poco sopra le caviglie, proprio all’altezza delle due tibie. In quella zona i piloti hanno delle ulteriori protezioni interne, oltre a quelle semirigide sul frontale dello stivale”. Ma quella che davvero ha fatto differenza è stata la tuta. “O meglio – conclude Capirossi -, il suo materiale. È fatta in pelle di canguro, che è 10 volte più resistente di quella di mucca, utilizzata fino alla fine degli anni ‘90”».

 

 

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