Tunisia, area pelle e crisi: il Governo investe 28 milioni di dollari nel rilancio della filiera

La Tunisia investe nella produzione di cuoio e calzature. Ad annunciarlo è stato il ministro dell’Industria e del Commercio Zied Laadhari presentando un’iniziativa che prevede un budget iniziale di 28 milioni di dollari per il sostegno ai settori della produzione di cuoio, calzature, tessile e abbigliamento. Il fondo iniziale verrà poi integrato con ulteriori 1,8 milioni di dollari per la promozione delle esportazioni di prodotti tessili e di calzature nel triennio 2017-2019. La misura decisa dal governo tunisino è mirata a ribaltare una tendenza negativa che, come ricordato dallo stesso Laadhari, ha visto scendere il numero di calzaturifici dai 445 attivi prima della cosiddetta “Rivoluzione dei gelsomini” del 2011 ai 240 attuali. Un crollo verticale lo hanno subito nello stesso periodo anche le aziende del settore tessile-abbigliamento, passate dalle 2.100 di sei anni fa alle attuali 1.672, con le relative conseguenze negative per l’occupazione. L’area pelle tunisina vive da mesi una situazione critica e conflittuale, sfociata lo scorso marzo nella vibrante protesta delle aziende proprio contro il Governo, colpevole a loro dire di non contrastare il falso e l’abusivismo e, nel contempo, di richiedere alle manifatture locali di aumentare i salari ai propri dipendenti. L’ultima decisione rasserenerà gli animi?

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