Elisabetta I accettava guanti in dono solo se certa della pelle

Elisabetta I accettava guanti in dono solo se certa della pelle

Elisabetta I accettava guanti in dono solo se certa della pelle. La regina d’Inghilterra (1533-1603) fu così istruita dal suo Segretario di Stato. Durante la concia nel materiale poteva essere introdotto veleno, ammoniva William Cecil. In molti ritratti d’epoca (qui un collage di immagini ricavate da Wikipedia) Elisabetta I compare a mani scoperte.

Elisabetta I accettava guanti in dono? Non sempre
“Non accettate in regalo dagli estranei profumi o guanti in pelle dotati di particolari odori, né qualsiasi cosa di edibile”. Una raccomandazione particolare, ma necessaria: in gioco c’era la vita della regina d’Inghilterra. A metterla nera su bianco verso la metà del 1500 fu Sir William Cecil, Segretario di Stato al servizio di Elisabetta I, tra le prescrizioni da adottare per ciò che riguardava “il regime e il vestiario” al momento dell’insediamento.

I rischi della pelle nel XVI secolo
L’indicazione era indispensabile nel XVI secolo, quando qui l’accesso ai palazzi era severamente controllato e anche per questo proprio i guanti – oggetto diffuso come dono all’epoca – si pensava potessero essere usati come arma. Se da un lato i profumi erano temuti perché avrebbero potuto contenere nella loro miscela sostanze nocive, dall’altro i guanti si pensava avrebbero potuto essere trattati ad hoc da qualche malintenzionato durante il processo di concia.

Concia avvelenata
Il timore era che nel corso della lavorazione la pelle potesse essere conciata con l’aggiunta di veleni che poi i manufatti, una volta indossati, avrebbero potuto rilasciare lentamente per esalazione avvelenando un po’ alla volta la vittima. In alternativa il veleno avrebbe potuto essere semplicemente spruzzato sulla superficie esterna dei guanti.

L’arma del delitto
Pare non ci siano casi accertati di omicidi compiuti utilizzando guanti in pelle conciati con veleno. L’idea che una simile procedura potesse essere utilizzata stimolava così tanto la fantasia dei britannici in epoca elisabettiana che Christopher Marlowe li inserì come arma del delitto nella sua celebre opera Il massacro di Parigi.  Nell’opera, che drammatizza i fatti legati al massacro di San Bartolomeo del 1572, un personaggio dice: “Trovo che i guanti abbiano un profumo molto forte, la loro essenza mi fa male alla testa… il fatale veleno. Mi fa male al cuore: mi frantuma il cranio, il cuore non mi regge, muoio”.

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